La paura del conflitto

Medio Oriente in guerra: innalzate le misure di sicurezza in Italia, timori per i nostri connazionali in Israele

Dal Viminale è partita l'indicazione ai prefetti di convocare i Comitati provinciali: preoccupa il riaffacciarsi della minaccia jihadista. Roma sorvegliata speciale: sotto la lente l'anniversario dell'attentato alla sinagoga che ricade oggi e l'80esimo del rastrellamento del Ghetto ebraico il 16 ottobre

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di Redazione
9 ottobre 2023
09:39

Misure di sicurezza innalzate sugli «obiettivi diplomatico-consolari, religiosi, culturali, economici e commerciali israeliani, ebraici e palestinesi» in Italia, ma si rende anche «necessario rafforzare i servizi di vigilanza e controllo del territorio a carattere generale» e «implementare al massimo l'attività informativa». Lo chiede il capo della polizia, Vittorio Pisani, in una circolare inviata a prefetti e questori.

Si teme il possibile riaffacciarsi della minaccia jihadista dopo un periodo di silenzio. Attenzione particolare anche a due appuntamenti molto sentiti dalla comunità: il primo è l'anniversario dell'attentato palestinese del 9 ottobre 1982 davanti alla sinagoga in cui rimase ucciso Stefano Gaj Taché, di soli due anni. In mattinata sarà presente anche il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, che deporrà una corona sul luogo. La seconda ricorrenza è il 16 ottobre, con l'80esimo anniversario del rastrellamento del Ghetto di Roma da parte delle Ss.


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Intanto il ministro egli Esteri, Antonio Tajani, esterna «preoccupazione per gli italiani in Israele»: «Ce ne sono circa 18mila - dice - e molti hanno il doppio passaporto. Un migliaio sono giovani che stanno svolgendo il servizio di leva con l'esercito israeliano, 500 sono pellegrini o persone che lavorano pro tempore lì; poi ce ne sono una decina nella Striscia di Gaza».

Dal Viminale è partita l'indicazione ai prefetti di convocare i Comitati provinciali ordine e sicurezza per il giro di vite. E alle riunioni hanno partecipato anche rappresentanti delle comunità ebraiche.

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Roma sorvegliata speciale

Il prefetto Lamberto Giannini, con il sindaco Roberto Gualtieri ha visitato il Ghetto ebraico a Roma.

Nel Comitato sicurezza è stato deciso il rafforzamento della tutela di obiettivi istituzionali e religiosi israeliani ed ebraici. Ed è stata richiamata la tutela anche su tutti i siti di Paesi vicini all'area di crisi. C'è il Ghetto, la sinagoga, la scuola, l'ambasciata, la compagnia di bandiera El Al, tra i principali obiettivi da proteggere. Già oggi sono state impiegate alcune auto del Reparto prevenzione crimine, che in genere nei fine settimana non operano, per supportare la vigilanza e il pattugliamento del territorio attorno al Ghetto e all'ambasciata.

Rafforzamento dei presidi in tutte le città

Analogo innalzamento delle misure di tutela è stato deciso in tutte le città, sempre in contatto con le locali comunità ebraiche: da Milano a Napoli, da Trieste a Firenze, da Torino a Venezia. Sinagoghe, scuole, uffici consolari, attività commerciali: ovunque c'è stato un rafforzamento dei presidi e delle misure di tutela agli esponenti della comunità.

Disposto anche il potenziamento dell'attività informativa per prevenire atti ostili. Le analisi suggeriscono come l'azione eclatante di Hamas contro lo storico nemico potrebbe galvanizzare la galassia jihadista - da tempo “in sonno” sul territorio nazionale - e dare il via ad una campagna di propaganda e proselitismo, oltre che di attentati. Per questo, al di là dei luoghi fisici, intelligence e forze di polizia monitorano con attenzione anche la rete in modo da intercettare eventuali segnali di pericolo.

Occhi, inoltre, sulle presenze palestinesi. In Italia storicamente circoli dell'area antagonista supportano la causa della Palestina. Non ci sono, al momento, evidenze di minacce concrete sul territorio nazionale. Ma l'attenzione è alta per la possibile attivazione di cellule e “lupi solitari”.

Il conflitto russo-ucraino monopolizza gli interessi dell'Occidente, ma dietro le quinte il jihadismo in modo frastagliato si sta espandendo in varie aree, dall'Africa alle ex repubbliche sovietiche asiatiche. E la guerra scatenata ieri da Hamas in Israele potrebbe fare da detonatore per una nuova stagione di sangue. 

 

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