Giovanni Burtone annuncia il lutto cittadino in occasione delle esequie che verranno celebrate nel suo paese natale: «Era un uomo legato alle sue radici. Lo consideravamo tutti un parente»
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MILITELLO - **SPECIAL FEE** PIPPO BAUDO A MILITELLO
Il borgo siciliano di Militello in Val di Catania si prepara a salutare il suo cittadino più illustre. Pippo Baudo, il re della televisione italiana, aveva scelto che il suo ultimo viaggio passasse dalla terra dove era nato, cresciuto e dove aveva sempre fatto ritorno. Mercoledì, nella chiesa di Santa Maria della Stella, si terranno i funerali. Per quella giornata il Comune ha proclamato il lutto cittadino.
«Militello gli è grata. Stiamo vivendo un grave dolore, proclameremo il lutto cittadino», racconta con la voce spezzata dall’emozione il sindaco Giovanni Burtone, che non ha nascosto la commozione per la perdita di un uomo che non era solo un simbolo televisivo, ma anche un pezzo della comunità. «La camera ardente è in allestimento a Roma, al Teatro delle Vittorie. Poi, per volontà di Pippo, il funerale si terrà qui, nel suo paese».
Il primo ricordo del sindaco è intimo, quasi familiare. «Ci conosciamo da quando io ero bambino e lui era già un presentatore di successo. Tornava spesso a Militello, non ha mai spezzato il legame con questo luogo, nonostante non avesse più parenti in paese».
Un legame che si traduceva anche in telefonate e piccoli gesti di affetto. «Ci siamo sentiti per telefono un mese fa. Gli chiedevo spesso delle sue condizioni di salute, lui mi rassicurava sempre. Era felice quando Militello, ad aprile scorso, è stato eletto borgo più bello d’Italia. Si era speso in prima persona con un video promozionale per la candidatura. Quando la conduttrice del “Kilimangiaro” ha annunciato il vincitore, ha presentato Militello come il paese di Pippo Baudo. È stato un omaggio bellissimo».
L’ultima volta che Baudo aveva messo piede in Sicilia risale alla scorsa estate. «Il suo buen retiro era la villetta alle porte del paese, con l’agrumeto che tanto amava, eredità di suo padre. Lo aspettavamo il 7 gennaio scorso, per la visita del presidente Mattarella. Aveva già prenotato il volo e gli avevamo riservato un posto in prima fila. All’ultimo, però, non è potuto partire per una sindrome influenzale. Ma mi chiamò lo stesso, voleva sapere come era andata».
Era un uomo che non amava chiudersi in casa. «Quando veniva a Militello si faceva vedere, eccome. Amava passeggiare, parlare con la gente. Andava al bar, in chiesa, al cimitero. Fino a una decina di anni fa aveva mantenuto la residenza qui e non si perdeva una tornata elettorale. Veniva a votare, era un cittadino modello. All’uscita del seggio si fermava a parlare di politica con i compaesani».
Di parenti stretti a Militello non ne aveva più. «Non mi risulta che avesse parenti viventi qui. Era figlio unico, la mamma era di Palagonia, una famiglia molto ristretta. Ma la verità è che tutti noi lo consideravamo come un parente. Per questo, con la sua morte, non perdiamo solo un simbolo, ma un familiare. In paese c’è una strada che porta il nome Baudo, segno che la sua famiglia è radicata nella storia di questa cittadina».
Le esequie di mercoledì si annunciano come un evento che supererà i confini locali. Da tutta la Sicilia e non solo arriveranno persone per rendere omaggio a un uomo che, dal piccolo borgo di Militello, aveva conquistato i palcoscenici nazionali. Per molti cittadini, sarà anche l’occasione per restituirgli parte dell’affetto che lui non ha mai fatto mancare. «Ci sarà tanta gente, lo sentiamo già», ammette Burtone. «Molti ci hanno chiamato per chiedere informazioni, per capire come arrivare, dove parcheggiare. Sarà un addio collettivo».
Il Comune, intanto, si è mobilitato per organizzare al meglio la giornata. Saranno predisposti piani di sicurezza, percorsi dedicati, aree riservate ai pullman. La chiesa di Santa Maria della Stella non potrà contenere tutti, e già si pensa a maxi-schermi per permettere alla folla di partecipare ugualmente. «È un dovere nei confronti della sua memoria», sottolinea il sindaco.
La commozione che attraversa Militello non riguarda solo chi ha vissuto la sua carriera da spettatore. Molti giovani, che magari non lo hanno visto in diretta nei suoi Festival di Sanremo o nelle trasmissioni storiche, oggi scoprono attraverso i genitori e i nonni quanto fosse radicato il suo legame con il paese. Le scuole hanno già deciso che parteciperanno con delegazioni, perché Baudo diventi memoria collettiva anche per chi non l’ha conosciuto personalmente.
«Con Pippo se ne va una parte di noi», ripete più volte Burtone. «Ma ci resta l’orgoglio di sapere che questo piccolo borgo, che lui ha sempre portato nel cuore e nominato nelle interviste, resterà per sempre legato al suo nome».
E forse è proprio questo il destino di Militello: vivere il dolore di un addio trasformandolo in un’eredità di affetto. Pippo Baudo non era solo il conduttore che ha segnato decenni di televisione, ma l’uomo che tornava in paese a bere un caffè, a passeggiare tra le stradine, a fermarsi al cimitero davanti alla tomba dei suoi genitori. Per la comunità, era un parente che nessuno voleva perdere.
«Mercoledì non sarà solo un funerale», conclude Burtone. «Sarà la testimonianza di un amore reciproco che dura da sempre. Militello si stringerà intorno a lui, e il nome di Baudo resterà inciso nella nostra storia».