Triste anniversario

Quindici anni fa il terremoto che fece 309 morti, L’Aquila si ferma per ricordare

Erano le 3.32 del 6 aprile 2009 quando una scossa di magnitudo 5.9 della scala Richter sconvolse l'Abruzzo e l'Italia intera. Questa notte la fiaccolata in memoria delle vittime

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di Redazione Attualità
6 aprile 2024
07:38
L’Aquila dopo il terremoto del 2009
L’Aquila dopo il terremoto del 2009

Un fascio di luce, acceso nel cortile centrale di Palazzo di città, illumina la notte del ricordo nel 15esimo anniversario del terremoto che il 6 aprile 2009 provocò 309 vittime, sconvolgendo la vita de L'Aquila, e di altri 55 comuni in Abruzzo.

Una notte che anche stavolta segna un momento di riflessione e raccoglimento con la fiaccolata che attraversa la città, toccando i luoghi più segnati della scossa, registrata alle 3.32.


Un appuntamento che negli anni è cambiato ed ha evoluto la sua forma, senza mai cessare di rappresentare un momento di riflessione, di condivisione e segno di rinascita per una comunità che guarda al futuro senza lasciare dietro il passato. A rappresentare il futuro due giovani aquilani entrambi nati nel 2009 e iscritti al Conservatorio cittadino, chiamati ad accendere il braciere al Parco della Memoria al termine del percorso a piedi, partito da via XX Settembre, nei pressi del Tribunale.

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Si tratta di Elisa Nardi, che per il suo percorso di formazione musicale ha intrapreso lo studio delle percussioni, e Tommaso Sponta, studente di violoncello. Memoria e futuro, come Vincenzo e Federico Vittorini, padre e figlio, entrambi voci simbolo tra i familiari delle vittime. «Questo è un momento in cui dobbiamo passare il testimone alle nuove generazioni - sottolinea il più piccolo - il terremoto lo ha subìto una comunità intera, specie i più giovani, su di loro dobbiamo investire per creare opportunità nuove all'interno della comunità». Quello che è successo all'Aquila può dire molto al resto della Penisola. «È una lezione che va colta - insiste Sergio Bianchi che nel sisma ha perso un figlio - in un momento in cui nel Paese si ricostruisce senza fare prevenzione, mentre nessuno pensa a ricostruire le nostre famiglie». Segue la fiaccolata l'accensione del braciere la lettura dei nomi delle 309 vittime, quindi la Santa Messa in ricordo dei defunti del terremoto celebrata dall'arcivescovo metropolita della città dell'Aquila Giuseppe Petrocchi, nella basilica delle Anime Sante. Infine, alle 3.32, i simbolici rintocchi.

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