L’economia russa crolla dopo tre anni di guerra. Il Pil scende, l’Iva sale, manca la benzina, e la crisi si riflette profondamente sulla società. Quello che il Cremlino continua a raccontare come forza e resilienza è in realtà un Paese stremato, impoverito e senza vie d’uscita. I costi bellici sono ormai insostenibili, e il governo è costretto a misure sempre più drastiche.

Le stime ufficiali prevedono una crescita dell’1,5% a fine 2025, ben sotto il 2,5% atteso. L’inflazione ha già raggiunto l’8,8%, e anche se si punta a un leggero calo entro fine anno, le famiglie continuano a soffrire. L’Iva salirà al 22% nel 2026 per coprire un deficit previsto all’1,7% del Pil.

La crisi energetica è un colpo durissimo: la produzione di petrolio cala, le raffinerie distrutte dagli attacchi ucraini riducono di un milione di barili al giorno la capacità di raffinazione, e i prezzi del carburante volano. Putin ha ben di che preoccuparsi.

Ancora più delicata la vicenda degli asset russi congelati nelle banche d'Europa: oltre 250 miliardi di dollari tra titoli di stato e riserve valutarie. L’Ue valuta di utilizzarli per prestiti all’Ucraina, ma una mossa del genere potrebbe destabilizzare il sistema finanziario globale. La Russia ha già minacciato ritorsioni gravi.

Mosca appare sempre più isolata. La guerra in Ucraina non avanza, l’economia è in declino, e la popolazione è stremata. Putin potrebbe stringersi sempre di più tra le braccia della Cina, un alleato potente ma pericoloso, pronto ad aiutarlo ma con l’obiettivo di dominare politicamente la Russia. Una strada che segnerebbe la fine del suo regime.

Senza vie d’uscita e senza vittorie possibili, Putin potrebbe reagire in modo disperato. Le minacce all’Europa si allargano, come mostrano gli sconfinamenti dei droni nei paesi europei di confine, e già emergono segnali di una guerra ibrida sul suolo europeo.

La guerra ibrida di Putin è una minaccia molto grave. Si tratta di una strategia che combina strumenti diversi, senza entrare in conflitto aperto. Gli strumenti della guerra ibrida russa sono molteplici. Cyberattacchi colpiscono infrastrutture critiche, banche e reti elettriche. Parallelamente, campagne di disinformazione e propaganda cercano di influenzare l’opinione pubblica, creare divisioni e indebolire la coesione interna degli Stati europei. Il Cremlino sfrutta anche leve economiche e politiche, come il gas, il petrolio o la pressione diplomatica, per condizionare decisioni e governi. In questo contesto, l’Europa è chiamata a difendersi non solo militarmente. Ma da tutti i punti di vista.

Stretto in un angolo, il Cremlino potrebbe tentare mosse estreme, portando la guerra nel cuore stesso del continente. La Russia di Putin (che sente Trump troppo imprevedibile e inaffidabile) non è più la potenza invincibile che il mondo conosceva: è un gigante ferito, sull’orlo della resa economica e politica, capace di azioni che potrebbero scuotere l’Europa e ridisegnare l’equilibrio geopolitico globale.