La Ruota della Fortuna mette la freccia su Affari Tuoi per cinque giorni consecutivi. A Viale Mazzini scatta l’allarme: Bruno Vespa rinvia Cinque Minuti al 29 settembre. Pier Silvio esulta
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Cinque sere. Tante ne sono bastate per trasformare un gioco televisivo in un segnale politico-industriale. Da martedì 2 a domenica 7, Canale 5 ha messo in fila una serie di vittorie nell’access prime time che da tempo non si vedeva: La Ruota della Fortuna guidata da Gerry Scotti ha superato, serata dopo serata, Affari Tuoi con Stefano De Martino. Non un episodio, non un testa a testa fortuito, ma una striscia continua che fa notizia per ampiezza, per simboli e per conseguenze.
I numeri raccontano la sostanza del sorpasso. Sabato la Ruota ha raccolto circa 4,5 milioni con il 24,2% di share contro i 4,2 milioni e il 22,6% dei pacchi. Domenica il gap è rimasto eloquente: 3,7 milioni per Scotti al 21% e 3,2 milioni per De Martino al 18,2%. In settimana la forbice si è ripresentata con costanza, sufficiente a ribaltare una liturgia che, nella percezione del pubblico e degli addetti ai lavori, sembrava immutabile: l’access lo vince la Rai, il prime time lo costruisce chi conquista quella mezz’ora d’oro.
Gli effetti collaterali sono immediati. Bruno Vespa ha annunciato che Cinque Minuti, previsto inizialmente per il 9 settembre, partirà il 29. Motivazione esplicita: lasciare ad Affari Tuoi il campo sgombro per “testare meglio la reazione” alla Ruota. Traduzione: Viale Mazzini non vuole aggiungere un altro peso in coda alla sua fascia più delicata mentre fronteggia la novità di Canale 5. È un gesto raro, che dice molto: quando persino Vespa si sposta di venti giorni, ai piani alti la preoccupazione e’ concreta.
Dall’altra parte, a Cologno Monzese, il clima è opposto. Pier Silvio Berlusconi è entrato nello studio della Ruota per ringraziare squadra e produttori, con un passaggio che ha avuto il sapore del manifesto: «Abbiamo scritto un pezzettino di storia della nuova televisione». Al di là dell’enfasi, la lettura strategica è chiara. Mediaset ha riattivato un marchio pop che parla trasversalmente e lo ha impacchettato con un tono linguisticamente “educativo”: enigmi, lettere, parole da indovinare, ritmo e leggerezza. È un modo per dire che anche il gioco commerciale può vestirsi di servizio, mentre ribatte a distanza all’idea che Affari Tuoi sia “solo fortuna”.
Sul piano editoriale il colpo è doppio. Primo: si dimostra che un formato considerato “impossibile da rifare” (per peso dei ricordi e della versione Mike) può tornare competitivo se ripensato con timing e cast giusti. Il carisma caldo di Scotti, la costruzione seriale delle puntate, la spalla giovane di Samira Lui, una scenografia leggibile anche sugli schermi più piccoli, la micro-drammaturgia dei giri e degli stop: tanti piccoli dettagli che, sommati, generano familiarità e sorpresa. Secondo: si colpisce nel luogo più sensibile, l’access, dove si fa traino e si decide la curva di tutta la serata. Vincere li significa dare una spinta a ciò che segue e, soprattutto, togliere energia all’avversario.
Per la Rai il tema non è solo difendere Affari Tuoi. La rete pubblica, da anni, ha costruito sul gioco dei pacchi un presidio identitario e un flusso commerciale prezioso, proprio perché l’access non è un’isola: aggancia il Tg1 delle 20, tonifica il prime time, stabilizza il palinsesto. Se quell’incastro scricchiola, l’effetto domino è possibile. Per questo il rinvio di Cinque Minuti pesa più della singola data: è un segnale di protezione a tutta la catena.
Detto questo, sarebbe sbagliato leggere le cinque vittorie come un verdetto definitivo. La curva dell’access è sensibile a abitudini, stagioni, eventi sportivi, calendario scolastico, meteo. De Martino ha ereditato il timone in una fase calda, dopo mesi in cui il format ha macinato record; riavviare quel patto richiede qualche settimana di assestamento, e la Rai ha ancora margini per tarare ritmo, casting dei concorrenti e gestione dei momenti clou (la scelta del pacco, la relazione con il “dottore”, la scansione delle offerte). Ma la scossa resta: per la prima volta dopo molto tempo, Mediaset ha dimostrato di poter forzare il fortino più solido di Viale Mazzini.
C’è poi l’aspetto industriale. Per Mediaset il successo della Ruota significa più potere di fuoco commerciale sull’access e, a cascata, sul prime time. Significa anche legittimare la strategia “family mainstream” voluta da Pier Silvio: meno trash, più grazia pop, prodotti di catalogo riconoscibili. Per la Rai è l’ora delle scelte: proteggere l’access con innesti editoriali attorno ai pacchi o doppiare con l’informazione breve (da qui l’importanza di Cinque Minuti) per cambiare registro a ridosso del prime time.
Infine, la dimensione simbolica. L’access è il luogo dove la tv generalista misura il proprio presente: è la fascia che intercetta le famiglie a tavola, i ragazzi tra compiti e telefoni, gli adulti che rientrano. Dominare lì non è un fatto solo aritmetico: è la dichiarazione di centralità nel racconto quotidiano del Paese. Per cinque sere, Canale 5 ha reclamato quella centralità. La Rai è chiamata a dimostrare che è solo un caso dovuto a un passaggio di stagione.
E in mezzo, con il suo sorriso da artigiano del piccolo schermo, c’è Gerry Scotti. Che saluta sui social con una citazione leggera di Vasco Rossi, “Ehhh già”, e intanto rimette in movimento una ruota che, a quanto pare, non ha perso il vizio di girare.