Il 27 agosto 2025, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha preso la parola al Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini, accolta da una standing ovation in un auditorium pieno di sostenitori visibilmente emozionati. Un evento che da sempre rappresenta un punto di incontro tra politica e cultura, capace di ospitare leader di tutte le epoche, anche quelli più controversi.

Politica interna: Piano Casa, istruzione e lavoro

Meloni ha presentato il “Piano Casa” dedicato alle giovani coppie, con l’obiettivo di offrire abitazioni a prezzi calmierati, sottolineando che senza una casa è difficile costruire una famiglia. Tuttavia non sono stati indicati dettagli concreti sulle coperture finanziarie di un programma di grande impatto economico.

Sul fronte dell’istruzione, la premier ha ribadito l’importanza della libertà educativa e della parità scolastica, evidenziando come l’Italia sia ultima in Europa in questo ambito. Ha chiesto di superare “pregiudizi ideologici”, puntando a un sistema educativo più libero e pluralista.

Ha attaccato l’assistenzialismo, proponendo un lavoro “concreto” e sostenendo il principio di sussidiarietà. Anche se le intenzioni sono chiare, restano però vaghi i tempi e le modalità di attuazione di queste misure.

Riforme: premierato, autonomia e giustizia

La premier ha confermato le tre priorità del governo: l’istituzione del premierato, l’ampliamento dell’autonomia regionale e la riforma della giustizia. Su quest’ultimo punto, Meloni ha denunciato la “politicizzazione” di una minoranza di magistrati che, a suo avviso, si sostituirebbero al Parlamento.

In campo fiscale, ha promesso tasse più leggere per il ceto medio e sostegni a imprese e famiglie, temi caldi da decenni ma che finora attendono ancora risposte concrete.

Politica estera: equilibrio tra condanna e sostegno

Sul conflitto Israele-Palestina, la premier ha condannato con fermezza la morte di giornalisti a Gaza e ha criticato Israele per l’eccesso di vittime civili, chiedendo lo stop immediato agli attacchi e il rilascio degli ostaggi da parte di Hamas.

Allo stesso tempo, ha riaffermato il sostegno italiano a Israele e all’Ucraina, auspicando negoziati per Kiev e ribadendo il ruolo fondamentale dell’Italia in Europa per contrastare il rischio di un’UE “irrilevante”, come sottolineato anche dall’ex premier Mario Draghi.

Un appello ai valori occidentali

Il discorso è stato scandito da riferimenti culturali importanti, da T.S. Eliot a don Giussani, fino ai due Papi, per evocare l’idea di una “casa” dell’Occidente fondata su valori condivisi, responsabilità e radici storiche profonde.

Il pubblico ha accolto con entusiasmo Meloni, ma le opposizioni non hanno esitato a rispondere duramente. Elly Schlein (PD) ha criticato l’assenza di un duro richiamo alle politiche israeliane, mentre Angelo Bonelli (AvS) ha accusato il governo di ipocrisia e di priorizzare il potere sulle scelte etiche. Giuseppe Conte (M5S) ha attaccato la decisione di rafforzare la difesa europea, definendola un “cappio al collo” per l’Italia, ricevendo una risposta ironica dalla premier.

Anche l’Associazione Nazionale Magistrati ha contestato le accuse di politicizzazione, ribadendo l’indipendenza dei giudici.

Un discorso che divide

Il discorso di Giorgia Meloni al Meeting di Rimini si presenta come un bilancio di metà legislatura, che spazia dalla politica interna alle riforme strutturali fino a un ruolo internazionale protagonista per l’Italia. Una strategia comunicativa che punta a rafforzare la fiducia della base attraverso simboli culturali e valoriali ben calibrati.

Ma la netta reazione delle opposizioni mette in luce un clima politico teso, segnato da accuse incrociate e da un duro confronto, destinato a continuare nelle prossime settimane.