Siamo entrati nel sito che, per giorni, ha spalancato al mondo le camere da letto degli italiani. La prima notizia è che non è stato chiuso: il portale è ancora online, attivo e aggiornato. La seconda è che l’Italia è sparita: nessun video proveniente da Milano, Bari, Roma, Catanzaro. Oscurati. Eliminati dopo la bufera, dopo l’inchiesta e dopo il caso clamoroso di Stefano De Martino e Caroline Tronelli. Ma basta spostare lo sguardo oltreconfine e si entra in un mercato che continua a prosperare.

Entrare è fin troppo semplice. Non servono registrazioni complesse, né giri nel dark web. Il sito è accessibile come un qualsiasi portale di e-commerce. In homepage si trovano le anteprime: miniature di camere da letto, cucine, bagni. Ogni riquadro ha un titolo: “young”, “adult”, “mature”, “big breast”. A fianco, il numero delle visualizzazioni e un’icona con il carrellino della spesa, proprio come su Amazon. Prezzo: da 20 a 600 dollari. Paghi e hai accesso a quella telecamera.

Fino a giovedì sera, tra quelle finestre digitali compariva anche l’Italia. Bastava un clic e ti ritrovavi davanti a una ragazza di Milano che esce dalla doccia, ignara di essere osservata da migliaia di sconosciuti. Scorrendo ancora, ecco la coppia di Bari che fa l’amore accanto alla culla del figlio addormentato. Poi i fidanzati di Roma, registrati durante un amplesso, classificati come “young” e visualizzati migliaia di volte. Non attori, non pornostar. Gente comune, entrata suo malgrado in un circuito globale che mercifica la vita privata.

Il caso più eclatante è quello di Stefano De Martino. Il conduttore televisivo ha scoperto di essere finito online mentre era con la fidanzata Caroline Tronelli. Una segnalazione anonima lo ha avvisato che sul portale circolava un filmato rubato dall’impianto di videosorveglianza dell’appartamento romano. Non solo: nelle ore successive il video è stato rilanciato su Telegram, con un gruppo che in pochi minuti ha raggiunto tremila iscritti. «Abbiamo chiesto l’oscuramento immediato», ha spiegato il legale di Tronelli, Lorenzo Contrada. Ma i tempi della giustizia digitale non sono quelli della rete: mentre la Postale procede con gli accertamenti, il video continua a correre.

Sul sito, intanto, gli italiani sono spariti. Non c’è più traccia delle clip di Milano, Bari e Roma. Ma al loro posto troviamo Mosca, Montreal, Tel Aviv, Lima, Kiev. Donne che si vestono in camera, coppie che discutono, ragazzi che giocano alla console, clienti di centri estetici che fanno la ceretta. Tutti ripresi da telecamere domestiche o professionali hackerate. Tutti inconsapevoli. «È come avere una finestra aperta senza tende», spiega Paolo Reale, esperto di informatica forense. «Le intrusioni avvengono attraverso password banali, sistemi cloud non aggiornati o backdoor lasciate dai produttori. Una volta dentro, l’hacker registra, archivia e rivende».

Lo scenario è quello di un grande supermercato dell’intimità rubata. Le categorie sono le stesse dei siti porno, ma con un dettaglio che fa la differenza: qui non c’è finzione, non ci sono attori consenzienti. C’è la ragazza che si spoglia in bagno dopo una giornata di lavoro, la coppia che litiga davanti alla tv, il bambino che corre nel corridoio mentre i genitori si baciano sul divano. È questa autenticità forzata, rubata, a fare gola ai clienti disposti a pagare.

E il rischio non riguarda solo le celebrità. Se De Martino è stato riconosciuto per la sua popolarità televisiva, quanti uomini e donne comuni sanno di essere stati spiati? È molto probabile che la ragazza di Milano, i genitori di Bari o i fidanzati romani non abbiano mai avuto il sospetto che un occhio nascosto stesse registrando i loro momenti più privati. E non lo scopriranno mai, a meno che qualcuno non li riconosca e decida di avvertirli.

La Polizia Postale di Roma e Venezia indaga. Le aziende di cybersecurity segnalano da mesi questo portale, ma i server si trovano all’estero, in Paesi che non collaborano facilmente. Chiudere un sito del genere significa ingaggiare una battaglia che assomiglia a un gioco del gatto col topo: chiudi un indirizzo, ne apre subito un altro, con un mirror perfetto.

Per ora l’Italia si è tirata fuori. Ma il resto del mondo resta dentro. E basta un clic per ricordarci che il confine tra sicurezza e intrusione è sottile, fragilissimo. La casa, rifugio per definizione, nell’epoca digitale può trasformarsi nella scena di un film clandestino, visibile a chiunque sia disposto a pagare.