Recita il vero antico adagio "chi entra Papa resta Cardinale". A meglio comprenderlo – o ricordarlo - in queste ore è uno dei più “gettonati” futuri pontefici. Per lo meno almeno così era sino a pochi giorni addietro. Parliamo del filippino Cardinal Tagle, Arcivescovo di Manila, epperò più credibile non in un Conclave, bensì quale partecipante al vecchio Karaoke di Fiorelllo (e perché allora non eleggere persino quest'ultimo?).

Difatti, nel mentre tutti e ciascuno hanno la possibilità – financo sugli organi di informazione ufficiali - di osservarlo mentre si esibisce in "Imagine” di John Lennon, moltissimi storcono il naso benché la fronda asiatica sia sempre dietro l'angolo ma non certo più per Tagle, che a sua volta, oggi appare infastidito per la continua messa in onda di codeste immagini e della sua relativa performance canora.

Verrebbe da dire, parafrasando chi è causa del suo mal pianga se stesso, con quella più consona...chi è causa del suo canto canti se medesimo. Epperò, come è giusto che sia, neanche lui molla la presa, pur se la strada non è solo in salita, bensì irta, dura, ripida, sconnessa e sducciolevole, ovviamente al netto di “altre imboscate”, sempre probabili e dietro ogni angolo della Curia.

Altro capitolo sono gli esponenti dell'Opus Dei, infuriati proprio con uno dei loro, il già citato ieri Cipriani da Lima (Perù), a fronte della sua presenza alla Congregazione Generale Cardinalizia, nonostante non abbia neanche ricevuto formale convocazione. Ma tutto rientra nel calderone delle misteriose ed enigmatiche mosse alle spalle e all'interno del colonnato di Bernini.