La voce della protesta esplode nel cuore della Capitale. Dalle 11, Piazza dei Cinquecento è diventata l’epicentro dello sciopero generale nazionale di 24 ore “Blocchiamo tutto”, indetto da USB, Cub, ADL e SGB in segno di solidarietà con la popolazione palestinese sotto assedio nella Striscia di Gaza. 

Bandiere palestinesi e vessilli sindacali sventolano ovunque. Giovani, lavoratori, insegnanti, studenti, medici e attivisti sono arrivati da ogni angolo d’Italia. La piazza è così gremita, da rendere difficile l’attraversamento pedonale. Il traffico è paralizzato, ma il fermento è potente e palpabile.

«Nessuno può dire di non aver visto. Nessuno può dire di non aver sentito. Siamo qui per dire al governo: basta complicità. Rompete subito le relazioni economiche e diplomatiche con lo Stato terrorista di Israele», dichiara un rappresentante di Usb, acclamato da un boato della folla.

Blocchiamo tutto, il grido di Gaza rimbalza per tutta l’Italia

Lo sciopero ha coinvolto circa 80 città. Dalle ferrovie al trasporto locale, dai taxi alla scuola pubblica e privata, fino agli ospedali. Sono garantite solo le fasce orarie di tutela (6-9 e 18-21 per i treni), ma Rete ferroviaria italiana avverte: «Modifiche possibili anche oltre i limiti previsti». Nel settore sanitario lo stop è previsto per l’intera giornata. Disagi segnalati anche in diversi istituti scolastici, nonostante – denuncia la Flc-CGIL – siano circolate “presunte pressioni” del Ministero dell’Interno per limitare le manifestazioni pubbliche a favore della causa palestinese.
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