Oggi il Conclave si aprirà con il giuramento e l’extra omnes nella Cappella Sistina, dove 133 cardinali da 70 Paesi si riuniscono per scegliere il successore di Papa Francesco. Parolin, Zuppi e Aveline dominano le speculazioni, ma la storia dei Conclavi insegna che i pronostici possono vacillare. Tra i porporati, alcuni nomi meno celebrati portano esperienze che potrebbero orientare le scelte o, in un esito raro, emergere come protagonisti. Nella sua ultima puntata, questa rubrica si concentra su tre di loro: Fabio Baggio, Gerhard Ludwig Müller e Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij, cardinali che rappresentano la complessità della Chiesa globale.

“Dietro le Quinte del Conclave” ha esplorato i profili di cardinali lontani dai riflettori, ma capaci di influire sulle Congregazioni Generali o, in casi eccezionali, di ascendere al papato. Non sono i favoriti, ma le loro storie riflettono la ricchezza della Chiesa universale. In questa chiusura, mentre i cardinali iniziano il loro discernimento, la rubrica presenta tre figure da Asia ed Europa: un missionario dedicato ai migranti, un teologo di ferro, un pastore di una Chiesa periferica. Le loro traiettorie, diverse e significative, sottolineano la profondità del Collegio Cardinalizio.

Fabio Baggio

Fabio Baggio, 60 anni, cardinale italiano, è uno Scalabriniano che ha fatto dei migranti la sua missione. Nato a Bassano del Grappa il 15 gennaio 1965, entra nella congregazione nel 1976, fa i voti nel 1991 e diventa prete nel 1992. Con un dottorato in storia della Chiesa alla Gregoriana, trascorre otto anni in Cile e otto nelle Filippine, immergendosi nelle vite dei rifugiati. Dal 2017 è sotto-segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, guidando la sezione migranti e rifugiati. Francesco lo eleva alla porpora il 7 dicembre 2024, con il titolo di San Saba.

Baggio parla con l’autorità di chi ha vissuto tra i disperati, spingendo per corridoi umanitari e politiche migratorie evangeliche. Quando i cardinali si riuniscono oggi, il suo ruolo di elettore porterà il peso di chi rappresenta gli ultimi. La mancanza di esperienza episcopale e la specializzazione del suo incarico lo collocano fuori dai pronostici papali, ma la sua testimonianza potrebbe spingere il Conclave verso una visione più missionaria. Un pontificato di Baggio trasformerebbe il Vaticano in un faro per i popoli in movimento.

Gerhard Ludwig Müller

Gerhard Ludwig Müller, 77 anni, cardinale tedesco ed ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, è una figura di spicco per i difensori dell’ortodossia. Nato a Magonza il 31 dicembre 1947, diventa prete nel 1978, dopo un dottorato in teologia sotto Karl Lehmann. Professore di dogmatica a Monaco, autore di opere su Cristologia ed ecclesiologia, è vescovo di Ratisbona (2002-2012) prima di guidare la Dottrina della Fede (2012-2017) sotto Benedetto XVI e Francesco. Creato cardinale nel 2014, ha il titolo di Sant’Agnese in Agone.

Müller è noto per la sua fermezza: le sue critiche ad Amoris Laetitia e alla sinodalità hanno diviso il Collegio, ma i suoi studi sulla teologia della liberazione rivelano una sensibilità sociale. Mentre i porporati votano, Müller sarà un riferimento per i conservatori, capace di orientare il dibattito verso una linea dottrinale chiara. Il suo ruolo emerito e il profilo divisivo lo tengono tra gli outsider, ma la sua influenza sugli elettori potrebbe essere determinante. Un suo papato segnerebbe un ritorno alla centralità della teologia tradizionale.

Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij

Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij, 75 anni, arcivescovo emerito di Bangkok, è un cardinale thailandese che incarna la missione in un contesto di minoranza. Nato il 27 giugno 1949 a Ban Rak, è ordinato prete nel 1976 dopo studi a Roma. Vescovo di Nakhon Sawan (2007-2009), poi arcivescovo di Bangkok (2009-2024), guida una comunità cattolica che rappresenta meno dell’1% della popolazione thailandese. Francesco lo crea cardinale nel 2015, con il titolo di Santa Maria Addolorata.

Kovithavanij ha costruito dialogo con i buddisti, promosso scuole cattoliche e accolto rifugiati, con una calma che conquista. Quando i cardinali iniziano gli scrutini, rappresenterà le Chiese di confine, ma la sua emeritazione e il peso limitato della Thailandia nel Collegio lo rendono un candidato improbabile. La sua presenza potrebbe però richiamare l’attenzione sulle periferie asiatiche. Un suo pontificato porterebbe una sensibilità interculturale, capace di parlare a un mondo plurale.

Sotto il peso della Sistina

Fabio Baggio, Gerhard Ludwig Müller e Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij rappresentano tre anime della Chiesa: la solidarietà con gli esclusi, la fedeltà alla dottrina, la missione in terre lontane. In un Conclave con 133 elettori da 70 Paesi, dove ogni scrutinio è un passo nell’ignoto, questi cardinali incarnano tensioni e speranze del cattolicesimo globale. La rubrica si conclude mentre la Sistina si chiude al mondo, lasciando ai porporati il compito di discernere chi guiderà la Chiesa in un’epoca di sfide.

Non resta che attendere la fumata, sapendo che il futuro, come sempre, appartiene al mistero della fede.