Tantissimi i luoghi di interesse artistico, storico e culturale che apriranno straordinariamente le porte al pubblico il 25 e il 26 marzo. Nella nostra regione sono 13 le mete
Giornate Fai di Primavera: musei, parchi e visite guidate gratis nello spettacolo della Calabria. Ecco dove
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Iniziamo da Catanzaro, città capoluogo della Calabria, in cui fare un tour che vi farà scoprire le bellezze della città a volte sconosciute, e che vi sapranno positivamente sorprendere.
Il nome prende spunto dal fatto che la guida sarà una passeggiata lungo tutta la città, tra Palazzi delle Istituzioni solitamente non aperti al pubblico, e gallerie ipogee inaccessibili. Tra questi Palazzo della Procura, il Palazzo della Prefettura e il Palazzo De Nobili, sede del comune. Scendendo poi nelle viscere della città per scoprire gallerie inaccessibili da anni aperte eccezionalmente per l'occasione, facendo anche una passeggiata nella galleria della funicolare, anche questa solitamente chiusa al pubblico, per conoscerne il funzionamento grazie alla presenza dall'ingegner Mancuso. La Tramvia auto-moto funicolare, funzionante dal 1910 al 1954, e poi ripristinata nel 1992, fu progettata da Emma Strada la prima donna ingegnera in Italia. La sua storia e quella della tranvia saranno raccontate presso l'archivio storico. Risalendo in superficie troverete i bellissimi giardini di Villa Trieste ed i suoi cento metri, sede di numerosi incontri segreti del passato, la Biblioteca comunale ricca di preziosi volumi quali le Cinquecentine, l'Archivio storico custode delle memorie cittadine e le originali tradizioni alimentari. E poi una mostra fotografica, e una passeggiata in villa guidata dal botanico Lupia.
Inaugurato nel 1997, il Museo Archeologico Statale di Mileto si trova a fianco della Cattedrale di Santa Maria Assunta ed è ospitato in un'ala dell'ottocentesco Palazzo Vescovile. Le sue sale raccontano la storia civile e religiosa della città, capitale del Regno Normanno e prima sede episcopale latina del Meridione.
I reperti esposti risalgono ad un’epoca che va dall'età tardo-imperiale al XIX secolo.
Il Museo è solitamente aperto al pubblico, ma durante le giornate previste per la fine del mese di marzo, si potranno vedere numerosi reperti di arte sacra e ed elementi di alto pregio. Come il particolare sarcofago di Eremburga, seconda moglie di Ruggero I, i tanti frammenti vitrei provenienti dall'Abbazia della Santissima Trinità, e il crocifisso in avorio del XVII secolo, attribuito ad Alessandro Algardi.
Ma anche capitelli di arte normanna, resti monumentali dei sarcofagi di Ruggero Sanseverino e di Giovanna d'Aquino, e altre opere attribuite all'artista noto come "Maestro di Mileto", testimonianze a memoria di un passato lucente.
Ci spostiamo verso sud per andare a visitare l'azienda Surianolii, in zona "PIP" della frazione di Campora San Giovanni, nell’area in cui si coltivano il peperoncino calabrese e la Cipolla rossa di Tropea Igp.
Nata nel 1996 da Giancarlo Suriano, l’azienda inizia il suo percorso come piccolo laboratorio, specializzandosi nello studio della coltivazione del peperoncino calabrese e della sua trasformazione, come anche in quella della Cipolla Rossa di Tropea e della Melanzana Violetta di Longobardi. Questo sempre conservando l'artigianalità della produzione tradizionale e senza alcun ricorso a metodi chimici.
I visitatori potranno eccezionalmente conoscere il processo di lavorazione dei prodotti più significativi dell'azienda ottenuti dalla trasformazione del peperoncino calabrese, e assistere alle varie fasi attraverso cui dal semilavorato proveniente dai campi circostanti si arriva al prodotto finale in vasetto.
Palazzo Carratelli, che si sviluppa su tre piani, era residenza della famiglia Carratelli, una delle più importanti che con altre reggeva il governo della città, e risale alla metà del ‘400.
Nel 1487 vi andò in visita Alfonso II d'Aragona, recatosi ad Amantea per l'organizzazione delle truppe e poi ritiratosi in preghiera nel Convento di San Bernardino. Nel giugno del 1692 ospitò il cardinale Vincenzo Maria Orsini, divenuto papa Benedetto XIII, mentre nel 1720 fra Nicola Saggio, patrono della vicina Longobardi, guarì proprio a palazzo il figlio di don Ignazio.
Il Palazzo è normalmente visitabile solo su prenotazione, questa volta accessibile e aperto a tutti i visitatori. La visita, oltre che ad essere interessante sotto il punto di vista architettonico, riveste importanza anche per gli arredi e le originali suppellettili raccolte in giro per il mondo, ed esposte nelle sedi dove ha svolto la carriera diplomatica l’Ambasciatore Gianludovico de Martino di Montegiordano. Danneggiato dal terremoto del 1905, fu venduto alla famiglia De Liguori, che lo ricostruì secondo l'originaria impostazione. Nel 1995 venne acquistato da Gianludovico e Camilla de Martino di Montegiordano, che lo hanno restaurato e destinato a loro abitazione con arredi d'epoca, che porteranno personalmente i visitatori a scoprirne i segreti. In posizione sopraelevata rispetto al centro storico, si può godere di splendide vedute panoramiche sul mar Tirreno, e sul Castello situato proprio sulla collina di fronte.
Dopo un lungo periodo di chiusura invernale sarà possibile riscoprire la Riserva de i Giganti della Sila, nel cuore dell’altopiano silano, istituita come riserva naturale nel 1987. Si tratta di un bosco di cinque ettari che custodisce 53 pini larici alcuni di oltre 350 anni, alti fino a 45 metri: da qui il nome della riserva, da attraversare godendo di paesaggi meravigliosi del Parco Nazionale.
Oltre all’apertura della Riserva, piantato circa 400 anni fa dai Baroni Mollo, utile a proteggere il loro casino dai venti gelidi dell'inverno e a riparare le greggi, si potrà prendere parte per l’occasione ad attività inedite che consentiranno a tutti di lasciarsi sorprendere dal contesto storico e naturalistico dei Giganti della Sila.
Rivolte a tutti, dai bambini agli adutli, per le giornate Fai di primavera, sia il sabato che la domenica si svolgeranno varie visite guidate. Mentre nella giornata di domenica ci si potrà dedicare al trekking intorno al bosco, passeggiando tra i pini larici ultracentenari, tra le specie vegetali d'interesse conservazionistico protette dalla Rete Natura 2000, e si potrà prendere il Treno dei giganti.
Anche la provincia crotonese coinvolta nelle giornate Fai di Primavera, che interesserà Caccuri e Crotone, con la Cappella Palatina e la Torre di Capo Paladino.
Caccuri è uno tra i borghi più belli d’Italia, tra il mare e la montagna, arroccato su una rupe che ne rappresentava la difesa naturale sul lato nord-ovest, che sorge alle falde della Sila Jonica sulle colline sovrastanti la riva sinistra del Neto.
Fu feudo dei Malatacca, dei de Riso, dei Ruffo di Calabria, dei Ruffo di Montalto, degli Spinelli e dei Cimino, dei Cavalcanti veri mecenati del borgo, dei Petra e infine Barracco. Nel centro storico si trova il Castello, un imponente maniero risalente al VI secolo d. C., presidio difensivo a guardia della valle che prende il nome dal fiume che la attraversa.
Potrete visitare un percorso all'interno del castello, che porrà lo sguardo soprattutto verso la Cappella Palatina, dedicata a Santa Barbara, e la torretta, simbolo del castello. All’interno della Cappella, dalle vetrate intarsiate, si trovano interessanti opere pittoriche quali il dipinto con la Maddalena penitente, dell'artista napoletano Domenico Gargiulo, e la tela di Domenico Maria Muratori con I miracoli di San Tommaso d' Aquino. Si potranno inoltre visitare la chiesa madre e in particolare la chiesa di Santa Maria del Soccorso, con gli altari lignei impreziositi da stucchi e dorature e la cappella del Santo Rosario, sontuoso esempio di arte della prima metà del 1700. La visita si conclude con una passeggiata nel centro storico fino alla presunta vecchia sinagoga.
La Torre di Capo Pellegrino si affaccia sulla baia Cicala-Scifo in piena zona di riserva integrale dell'Area marina protetta "Capo Rizzuto", rientrante in un disegno di difesa costiera. Costruita sul capo Pellegrino dal mastro Gio Bernardino de Sena di Catanzaro nei primi anni del ‘600, fu chiamata inizialmente Torre di Capo Pellegrino per poi diventare torre di Scifo, costituendo da secoli uno dei più suggestivi ed affascinanti elementi paesaggistici del promontorio Lacinio. Nella Baia di Scifo è stato ritrovato un relitto di epoca romana che trasportava lastre di marmo provenienti dall'Asia Minore: il carico sparso sul fondale, a circa 7/8 metri di profondità, riporta la data del 197 d.C. Inoltre la sua storia è strettamente legata alle vicende che hanno caratterizzato il territorio di Capocolonne, dal 600 ad oggi.
Dopo l'Unità d'Italia la torre fu ceduta dal Demanio dello Stato al marchese Antonio Lucifero, che l'ha resa eccezionalmente fruibile ai visitatori per le Giornate Fai di primavera aprendo gli spazi interni disposti su tre piani. Si potranno visitare le stanze e gli ambienti storici, e anche il giardino ricco di vegetazione con una vista mozzafiato sulla baia antistante che circonda l’intero spazio.
Alfonso Frangipane operò in Calabria per favorire la formazione artistica, investendo tutte le sue energie per la creazione di una vera e propria fucina dell'arte. Ispirandosi a Bauhaus realizzò una scuola di alta formazione artigianale, nel 1933, ora Istituto d'Arte, e una scuola di alta formazione indirizzata alle arti visive, pittura, scultura e architettura, nel 1948, oggi Liceo Artistico. All’interno del Museo sono custodite opere di grandi artisti che da Frangipane sono pervenute alla scuola d'arte a partire dalla sua precisa volontà, affinché potesse essere testimonianza e risorsa educativa per le giovani generazioni. Un Museo unico nel territorio in quanto conserva al suo interno una collezione d'arte che consente di comunicare la cultura figurativa calabrese tra ‘800 e ‘900 e le produzioni di alto artigianato realizzate nei laboratori della scuola, tessendo un filo conduttore tra passato, presente e futuro.
Durante le Giornate Fai si svolgerà la visita guidata alle opere d'arte di altissimo pregio, come il Cristo di Jerace, la "Francesca" di Ortona, dipinti di Ciardo, Colao, Alfano, custodite nel museo e la visita eccezionale ai laboratori con le collezioni prodotte dall'attività didattica. Sarà visitabile lo studio originale di Frangipane e si potrà prender parte alla giornata di studi dedicata. L'archivio di Stato illustrerà testi e documenti storici legati alla figura di Frangipane ed alla sua opera.
Dalla strategica posizione geografica, e poiché dalla forte e alta fortificazione, Mileto, di origini antichissime, venne scelta da Ruggero I il Normanno come suo luogo di residenza e di potere, rappresentando la ricca capitale normanna fino al 1130, anno in cui Ruggero II trasferì la sede della corte a Palermo. In seguito a questo evento il borgo medievale si avviò verso un lento declino, venendo definitivamente abbandonato dopo il catastrofico terremoto del 1783.
Gli scavi archeologici condotti nella sua parte medievale, si sono concentrate soprattutto nella zona dell'Abbazia della Santissima Trinità, ormai costituita da pochi ma interessanti resti tra i quali spicca, per imponenza la "Scarpa della Badia", monumentale e solitario rudere di uno dei contrafforti che servivano a contenere l'Abbazia del 1659.
Aperto solitamente solo tra la tarda primavera e l’estate, il Parco archeologico di Mileto resterà aperto durante le giornate Fai durante le quali visitare i resti dell'Abbazia, scoprendo anche tante curiosità sulla residenza in cui il conte riceveva le delegazioni importanti dell’epoca.
Istituito ufficialmente nel 1200, ma risalente al periodo della costituzione della stessa Diocesi nell'epoca dei Normanni, l’archivio Storico Diocesano di Mileto è uno degli archivi storici più antichi in assoluto, ancora molto ricco nonostante numerosi documenti andarono distrutti o dispersi.
Grazie al trasferimento delle sedi episcopali di Vibona e Taureana verso Mileto, voluto da Ruggero I, il potere politico e religioso iniziarono a convivere nella stessa città, facendo sì che Mileto fosse la prima sede episcopale latina di tutto il Meridione.
La maggior parte del materiale conservato consiste in documenti giuridici, religiosi e di storia locale per un totale di 5067 documenti presenti. Tra i più importanti c’è sicuramente il fondo pergamenaceo, costituito da quindici pergamene risalenti ad un periodo compreso tra l'XI secolo ed il 1594. Ad esso è annessa anche la Biblioteca del Seminario, la cui fondazione risale invece al 1696.
Eccezionalmente sarà possibile, non solo a studiosi e ricercatori come di solito, accedere ai locali dell'Archivio per scoprirne la Storia e tante curiosità sui documenti di maggiore pregio, alcuni dei quali, saranno esposti per l'occasione.
San Ferdinando deve il nome a Ferdinando IV di Borbone, che ne aveva promosso lo sviluppo durante l’impresa di bonificare la piana di Rosarno, realizzata dal generale Vito Nicola Nunziante, fondatore del centro calabrese e della dinastia dei marchesi di San Ferdinando e al servizio dei Borbone, morto nel 1836. A lui si deve anche la realizzazione della chiesa del Perdono, cappella funeraria dell'illustre casato, mentre alla famiglia si deve non soltanto la trasformazione del paesaggio, divenuto tra i principali centri agricoli della Calabria borbonica, ma anche la committenza delle più importanti imprese storico artistiche.
Non lontano dalla zona portuale di Gioia Tauro, e immerso tra gli agrumeti della Piana di Rosarno, il centro di San Ferdinando conserva preziose testimonianze del suo passato borbonico, il cui impianto urbanistico è arricchito da monumenti e opere d'arte.
Per il fine settimana di marzo saranno aperti alle visite il monumento in bronzo realizzato nel 1920 da Francesco Jerace per celebrare la memoria dei caduti sanferdinandesi del primo conflitto mondiale e del sottotenente di vascello Vito Nunziante, morto nel 1916 durante l'affondamento della nave Regina Margherita. Il percorso continuerà nella chiesa del Perdono risalente all’800, per passare poi alla chiesa di San Ferdinando, decorata nell'abside da una pittura a secco del pittore calabrese Giuseppe Armocida, che riproduce il famoso dipinto raffigurante gli ultimi momenti di agonia di San Ferdinando, dell'artista andaluso Virgilio Mattoni de la Fuente. Il percorso continuerà poi verso la Colonia Nunziante, orfanotrofio voluto dai marchesi calabresi, terminando sul lungomare.
Apertura speciale anche per gli appartamenti privati del Prefetto, denominato Palazzo Morano, nel centro della città, durante il quale potrete fare un vero e proprio tour del Palazzo prefettizio. Dal vasto salone di rappresentanza, con l'affaccio sulla piazza principale della città, al raffinato salotto rosso e la sala da pranzo, fino all'anticamera del gabinetto e l'anticamera del Prefetto. Nel 1596 il palazzo fu scelto come sede della Reggia Udienza e acquistato dall’ Università di Catanzaro, il 6 Aprile del 1596, dalle sorelle Morano eredi di Giovan Battista Barone di Gagliano. Nel corso del '700 fu sottoposto a vari ampliamenti.
Ricostruito ed ingrandito dopo il terremoto del 1783, restò tale fino agli anni 30 del 1900, quando, dopo essere stato costruito l'attiguo Palazzo della Provincia, fu sopraelevato di un piano e la facciata che si affaccia sul corso venne completamente ristrutturata secondo il gusto dell'epoca.
Negli anni sessanta col trasferimento della Provincia nel nuovo Palazzo di vetro, diventa interamente sede della Prefettura. Potrete vedere anche l'elegante sala riunioni finemente arredata con scaffalature in legno ed un imponente tavolo ovale e, per finire, la sala del Tricolore a cui si accede dal vasto scalone di rappresentanza. Questa sala dal 1926 al 1960 è stata sede del Consiglio provinciale di Catanzaro, inaugurata nel 2011 dopo alcuni interventi di ristrutturazione, che si presenta molto luminosa grazie al soffitto a vetri e alla grande vetrata. L'ampia balaustra al secondo piano domina la sala e può accogliere ulteriore pubblico in occasione di eventi.
Situata nel centro storico ai margini della cinta muraria, la chiesa di San Bernardino da Siena, ad Amantea, rappresenta l'edificio di culto più importante della città, che nel 1436 i Frati Minori Osservanti ricevettero da papa Eugenio IV, custodendolo tuttora. Nel XV secolo ospitò il Vicario generale dell'Ordine e il duca di Calabria Alfonso II di Aragona. L'ingresso è rivolto verso il mare mentre l'abside è orientata ad est, seguendo la regola costruttiva dei Cistercensi e degli Ordini mendicanti.
Durante la visita conoscerete la storia dei tesori di San Bernardino da Siena, e saranno visitabili anche altre parti solitamente chiuse al pubblico: l'Oratorio dei Nobili, tenuto dall'Arciconfraternita dell'Immacolata Concezione, e il Chiostro. Inoltre saranno esposti per la prima volta gli originali bacini ceramici le cui copie sono inserite nella facciata. Da menzionare una Madonna con Bambino del Gagini e, nell'Oratorio, una Natività di Pietro Bernini da non perdere.
Al termine, i visitatori saranno accompagnati dagli Apprendisti Ciceroni in un suggestivo percorso nel centro storico, dai palazzi gentilizi ai luoghi della marineria.
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