L’autore de "I Tre Moschettieri" e "Il conte di Montecristo", visitò la piccola comunità restando affascinato dai costumi tradizionali e descrivendo la sua esperienza nelle pagine di alcuni racconti di viaggio.
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Vena di Maida, piccolo borgo di origine albanese incastonato tra le colline della provincia di Catanzaro, è un luogo dove il tempo sembra essersi fermato. La suggestiva frazione del comune di Maida, figlia della storia e custode gelosa delle tradizioni arbëreshë, ha il potere di toccare il cuore di chi la visita, evocando emozioni profonde e raccontando storie che provengono dalla Terra delle Aquile.
Tra le sue vie strette e lastricate, dove l'eco dei passi dilegua il silenzio della quotidianità, Vena di Maida ha accolto nel suo grembo personaggi illustri che sono stati catturati dal fascino del suo patrimonio culturale.
Proprio 190 anni fa, nell'autunno del 1835, Alexandre Dumas, scrittore francese che ha donato al mondo capolavori come "I Tre Moschettieri" e "Il conte di Montecristo", passeggiò con emozione e ammirazione tra le case della comunità venota. Dumas fu rapito dalla bellezza struggente degli abiti tradizionali indossati dalle donne di Vena, descrivendo con trasporto la sua esperienza nelle pagine dei suoi racconti di viaggio. Al suo fianco, il pittore Jadin, con mano d'artista, immortalò quei costumi preziosi, catturando l'essenza del loro splendore.
Oggi, camminando per le strade di Vena di Maida, si può ancora ascoltare il suono antico della parlata arbëreshë che sembra portare con sé il vento dei Balcani. I signori del luogo, con voci calde e gentili, conversano infatti nell'idioma ereditato dai gruppi di albanesi che fondarono il borgo oltre cinque secoli fa. Testimonianza di un legame vivo con un passato che continua a pulsare nel presente. Anche la toponomastica, con le sue targhe, si contraddistingue per i suoi elementi linguistici. I nomi e le indicazioni delle vie sono infatti riportati sia in italiano che in arbëreshë.
Vena di Maida è una piccola realtà che, con la forza della sua identità, invita a riflettere sull'idea di diversità, garanzia e sinonimo di bellezza. È un borgo calabrese in cui ciascuno può sentirsi in Albania, pur non avendo mai attraversato il mar Ionio.