Al via il 16 ottobre la due giorni di studi che vedrà riuniti nel paese natale dello scrittore studiosi provenienti da tutta Italia per discutere sulla sua lingua, sul pensiero e sull’attualità della sua opera
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Il paese di Sant’Agata del Bianco, sul versante ionico dell’Aspromonte, ospiterà il 16 e 17 ottobre 2025 il convegno nazionale “100 Strati. Identità, memoria e futuro”, due giornate di studi, letture e testimonianze dedicate a Saverio Strati, una delle voci più significative della narrativa italiana del secondo Novecento.
L’iniziativa è promossa dal Comitato 100Strati, istituito dalla Regione Calabria per celebrare il Centenario della nascita di Saverio Strati, con il supporto della Calabria Film Commission e la collaborazione della Casa Editrice Rubbettino, che ha intrapreso da qualche anno la ripubblicazione dell’opera omnia dello scrittore.
Nel corso delle due giornate, si alterneranno scrittori, studiosi e operatori culturali, per approfondire i molteplici aspetti dell’opera stratiana: la lingua, la struttura narrativa, la modernità inquieta del suo sguardo, il legame fra letteratura e identità collettiva.
«Celebrare il centenario di Saverio Strati – dichiara Luigi Franco, direttore editoriale della casa editrice Rubbettino e coordinatore del Comitato 100 Strati – significa restituire voce e dignità a una delle coscienze più lucide e autentiche del Novecento letterario italiano».
Domenico Stranieri, sindaco di San’Agata del Bianco e autore di una biografia intellettuale dello scrittore dal titolo Solo come la luna spiega come «negli ultimi anni si sia lavorato intensamente sulla figura di Saverio Strati. Le sue opere, oggi, sono lette e studiate nelle scuole, hanno ispirato rappresentazioni teatrali, nuove edizioni editoriali e un documentario prodotto dalla Rai».
Nato a Sant’Agata del Bianco nel 1924, Saverio Strati, del quale si è parlato più volte su queste pagine, attraversò con i suoi romanzi – da La Teda e Tibi e Tàscia a Il Selvaggio di Santa Venere – le contraddizioni di un Paese in movimento. Strati cerca di allestire la propria visione della Calabria lavorando sulla concretezza di un linguaggio colto in azione, che si flette e che spesso include un altro versante, quello delle fantasticherie, delle cose che non si sanno spiegare ma che, sorprendentemente, non sono del tutto irraggiungibili: si possono, perlomeno, desiderare. Per questa strada, la Calabria, come amava dire Strati, è un luogo del pensiero e dunque del confronto che nasce dal dialogo e, talvolta, dal monologo. La sua prosa, materiale ed emotiva, ha dato volto e voce a una Calabria profonda, fatta di emigrazione, lavoro e memorie.