Importanti i riconoscimenti conseguiti dal ventitreenne pizzaiolo di Amantea in occasione di numerosi campionati della pizza svolti in Campania e nella nostra regione: «Le pizze semplici sono sempre le più difficili da proporre»
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La passione fa chiarezza. Indica un percorso da seguire, suggerisce una strada da imboccare per trovare una via di fuga dal labirinto di scelte dentro cui la vita spesso spinge. La passione non è materiale di scarto, avanzo da smaltire. Piuttosto è punto cardinale verso cui fare rotta per portare la propria esistenza al sicuro, nel porto della gratificazione personale e della felicità, lontana dal disinteresse per il presente e dalla noia.
Davide Bruni, classe 2002, è un appassionato pizzaiolo di Amantea. Giovanissimo ma con le idee mature, in parte già sperimentate nel laboratorio della quotidianità. Ama il suo lavoro da pizzaiolo ma anche la sua regione di appartenenza, la Calabria. Quell'angolo di mondo che lo ha visto crescere e lo ha aiutato a formarsi grazie ai giusti incontri e allo spirito testardo e determinato di chi quella terra la porta dentro con orgoglio.
Per Davide non è stato tuttavia tutto semplice, ma non per questo ha pensato di mollare la presa. Giorno dopo giorno, sorretto dalla passione, è andato avanti lungo il proprio cammino sotto un cielo a volte coperto dalla nuvole.
Abbiamo deciso di incontrare il talentuoso pizzaiolo e parlare con lui per comprendere di cosa siano fatti i sogni e conoscere meglio la sua storia interamente calabrese.
Ciao Davide. Sei giovanissimo, eppure hai già collezionato numerose esperienze lavorative. Possiamo dire, senza alcuna esitazione, che tu sia un pizzaiolo affermato. Quando e come nasce la tua passione per questo prodotto?
«La passione per pizza nasce dopo la pandemia da Covid, dopo la morte di mia mamma che già amava fare la pizza. È lei ad avermi trasmesso questa passione, è da lei che l'ho ereditata. È da lì che è nato tutto ed è nata la scintilla per la pizza».
Quali sono le soddisfazioni più grandi che hai ricevuto in qualità di pizzaiolo? Sei stato premiato più volte in competizioni dedicate al settore, vero?
«Le maggiori soddisfazioni che ho ricevuto sicuramente sono arrivate con le gare in cui mi sono classificato molto bene in classifica. Tutto questo è merito del mio titolare, Giuseppe Laganà, denominato Canossa. È grazie a lui che sto perfezionando ogni giorno sempre più il mio bagaglio di esperienze. Ho avuto numerosi riconoscimenti, ho partecipato e vinto a numerosi campionati della pizza che si sono svolti sia in Calabria che in Campania».
C'è una pizza che preferisci proporre ai clienti? Un tuo cavallo di battaglia?
«La pizza che preferisco più di tutte è la Marinara: una semplice pizza ma molto difficile. Le pizze semplici sono sempre le più difficili da proporre. È dalla Margherita e dalla Marinara che si capisce se si raggiunge l’equilibrio perfetto tra impasto e farcitura».
Quali sono, alla base, i fattori per ottenere una buona pizza?
«I fattori per ottenere una buona pizza sono molteplici. Si parte dalla tecnica di impasto, la gestione dell’impasto per dare una pizza maturata e scioglievole al punto giusto, ma soprattutto sono importanti gli ingredienti. Per ottenere una buona pizza quindi ci deve essere il giusto equilibrio tra impasto e qualità degli ingredienti».
È stato difficile riuscire a coniugare passione e lavoro in una terra come la nostra, la Calabria?
«In Calabria, nella nostra amata terra, non è stato molto difficile coniugare il mio lavoro con la passione poiché grazie alla mia passione ho trovato subito lavoro in una nota pizzeria ad Amantea, di nome Canossa, come aiuto pizzaiolo».
Che rapporto hai con la nostra regione? Hai mai pensato di andare via?
«Con la nostra amata Calabria ho un bel rapporto. Sono molto legato alla mia terra di origine. Per me è molto difficile lasciare la mia amata terra. I pensieri di andar via ci sono stati e ci saranno ma è sempre una decisione difficile poiché io sono molto legato alle mie origini e il mio cuore è rimasto legato lì . Magari in futuro qualche esperienza fuori, per crescere professionalmente, potrei valutarla».
Che messaggio senti di rivolgere ai tuoi coetanei, ai giovani calabresi, che sognano di restare in regione?
«Ai giovani ragazzi della mia età sento di dire: coltivate le vostre passioni e i vostri sogni, ricordando sempre che i sacrifici verranno sempre ripagati».