Le alleanze nel governo italiano troppo spesso sembrano mancare di affinità e prospettive comuni. Le prove di unità risultano perlopiù strategie per sconfiggere le opposte fazioni politiche
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In un apprezzabile articolo Stefano Feltri faceva notare che in Italia stanno al governo ed all’opposizione avversari e sostenitori – o non oppositori – di Putin e Netanyahu. E che questo guazzabuglio che confonde sempre di più gli elettori, portandoli spesso a disertare le urne, lo si chiama “Bipolarismo”!
La c.d. democrazia bipolare - che richiama solo incidentalmente, sia chiaro, l’omonimo disturbo psichiatrico - elevata a dogma, è co-responsabile della tribalizzazione del confronto politico ridotto a quotidiano scontro; ed è fautrice sia di un lessico semplicistico - sei fascista o comunista, ami la patria o gli stranieri, sei cattolico o musulmano, sei pacifista o guerrafondaio – che di sconsiderati slogan, sconnessi dalla realtà ma utilissimi per visualizzazioni e like, rivolti alla “pancia” dell’elettorato e non alla testa, perfettamente in linea con i tempi che viviamo.
Se non c’è alternativa al bipolarismo e se davvero – purtroppo per noi - riveste carattere di ineluttabilità l’Italia bipolarista, dovremmo quantomeno pretendere che eventuali alleanze abbiano senso e contenuto, affinità di vedute e prospettive comuni: qualcosa di profondamente diverso di unirsi per battere le sinistre o le destre.
Di seguito dovremmo con forza opporci al perenne contrasto fra le “etiche”, caro a Max Weber: quella delle intenzioni e quella delle responsabilità.
In esso si consuma la dissociazione tra le irrealizzabili promesse - purtroppo e vergognosamente utili per vincere le competizioni elettorali - e quello che bisogna fare per tenere in piedi il Paese e giungere alle prossime elezioni, pronti per nuovi mirabolanti annunci ai quali noi elettori – strano a dirsi – abboccheremo per l’ennesima volta e che hanno sempre le stesse, datate tematiche: accise sui carburanti e pressione fiscale, legge Fornero e quota 41, conto unico fiscale e SSN, pensioni minime a 1000 euro e stipendi dei docenti equiparati alla media europea. Siamo l’unico Paese dove si è soliti dire “promesse da campagna elettorale” per etichettare qualcosa di irrealizzabile.
Ho motivo di ritenere che ancora per molto tempo conviveremo con gli “agglomerati politici” che mettono tutto insieme: gli euroscettici e gli europeisti, i no vax ed i pro vax, i federalisti e gli statalisti, i progressisti e gli assistenzialisti, gli allineati ai dittatori russo e israeliano con i loro più fervidi oppositori.