Lo stato di povertà, non solo economico (ormai, in Calabria, il 40% della popolazione è sotto la soglia di povertà assoluta) ma esistenziale, culturale e la conscia accettazione del paradigma della propria predisposizione al sottosviluppo come evento statico e irreversibile, ha portato questa Terra all'ineluttabile e fatale condizione di satrapia dove ogni valore umano è inversamente proporzionale all'esercizio del potere come debordo del comando.

La capacità di reazione politica e di recupero della dignità di classe è nuda, ed è il primo caso di evoluzione retrograda accaduta in Europa. La subalternità di classe e la resa di dipendenza comportamentale dal potere, è assoluta, magmatica, irreversibile. Non essendoci alcuna realtà economica, pubblica o privata, nessun modello di organizzazione culturale socialmente alternativo e reattivo, con la gestione dell'ordine pubblico affidato alle guardie maligne e ai ladri sanguinari, l'unico, vero Ente che ha i soldi e che si comporta come un grande mezzo di produzione e distribuzione di benefit pianificato e collettivizzante, sotto ogni profilo, è la Regione Calabria.

La Regione Calabria è una grande fabbrica che ha milioni di dipendenti, e il padrone di questa fabbrica è il monopolista assoluto e spregiudicato della totalità delle azioni e la gestisce con le scarpe chiodate imponendo sottomissione e fedeltà. Per questo, chiunque non vuol sottostare alle regole o va via o viene emarginato, in balia al nulla. A questo ci siamo ridotti in questa maledetta Terra. Terra di confine. Terra di terziario, dove la produzione delle poche risorse è funzionale al benessere di altri.

La Sanità, saccheggiata, appannaggio del Centro-Nord e dei privati. Nulla per chi, ancor, vi abita in questa Terra. La scuola e i modelli educativi ad uso finalizzato, fin dalle elementari, per altri. Solo nidi del cuculo. Formare braccia e materia intellettuale e, poi, costringerla ad emigrare, per diventare merce del mercato capitalistico altrove, comunque, fuori da questa Terra. Smaltendo questa Terra da chi, prendendo coscienza, avrebbe potuto chiedere conto. In questa Terra possono stare, solo, chi ne riconosce il potere e si assoggetta. E basta! Questa, ormai, non è una Terra per gente normale.