Anche la firma del Protocollo d’intesa per il rafforzamento della collaborazione tra le parti del procedimento di prevenzione, per ottimizzare la gestione e lo sviluppo dei beni e delle aziende sequestrate e confiscate, siglato in Prefettura a Reggio, non è rimasta immune dalla polemica che sta accompagnando l’iter della Riforma della giustizia.

In qualche maniera polemico l’intervento del Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria, Gerardo Dominijanni che ha inteso ricordare l’appello fatto nel 2022, in occasione dell’apertura dell'anno giudiziario, quando pose il problema delle imprese che sono sottoposte dall'amministrazione giudiziaria e che vengono devolute e poi liquidate, facendo perdere posti di lavoro anche quando ciò non era necessario, facendo passare l’assunto che mentre la ‘ndrangheta crea posti di lavoro, lo Stato li distrugge.

«Ho sempre detto che Reggio Calabria deve passare dalla forma in cui noi chiediamo assistenza alla forma in cui noi diamo assistenza agli altri» ripete, dicendosi amareggiato per il fatto di aver già sollecitato anche la Commissione Parlamentare Antimafia a preoccuparsi di questa vicenda, ma di non aver da quattro anni ricevuto alcun riscontro. «Ne prendo atto con amarezza perché probabilmente forse non ci si rende conto della distanza che c'è poi tra la politica e la gente. Giustamente si contestano i magistrati di fare politica, ed è giusto che non facciano politica, però in questo caso noi abbiamo fatto politica, perché abbiamo sopperito a qualcosa che la politica eventualmente non riusciva a fare».

Poi, tornando sul Protocollo, Dominijanni lo definisce «il primo passo per un futuro in cui possiamo ancora andare avanti e di questo devo ringraziare e mi riprometto di continuare questo rapporto di collaborazione con l'ordine dei commercialisti che sono, secondo me, dopo questo primo passo, l'altra struttura importante perché dopo che noi abbiamo consentito all'impresa di avere un rapporto diretto con le banche e ai magistrati di fare politica, adesso dobbiamo formare chi amministra l'azienda e dare poi le possibilità a chi amministra l'azienda di accedere a tutte le opportunità a cui un imprenditore libero può accedere».

Più disteso invece è apparso l’intervento del Il Procuratore della Repubblica-Dda di Reggio, Giuseppe Borrelli, che ha sottolineato come «il contrasto all'attività del crimine organizzato necessita di un profondo consenso sociale e credo che in questa ottica la redazione ed essere arrivati alla firma di questo protocollo costituisca un elemento molto importante perché noi dobbiamo capire che la mafia, l'attività illecita svolta nelle organizzazioni criminali è un'attività illecita che crea comunque ricchezza ed è necessario ricondurre questa ricchezza nell'ambito di canali liciti per trasformarla in occasione di sviluppo».

Per lui questo protocollo costituisce un'iniziativa davvero importante, tanto importante da immaginare che possa essere trasformato in un progetto pilota, che però ha bisogno anche della politica per raggiungere l’obiettivo. «In questo senso – ancora Borrelli – io credo che sia molto importante la presenza del sottosegretario Wanda Ferro che ringrazio per le parole di apprezzamento e di stima, permettendomi di dire che è una stima ricambiata negli anni che abbiamo vissuto, nei quali ho potuto apprezzare anche la sensibilità del governo nei confronti delle esigenze dell'autorità giudiziaria. Quindi credo che la presenza di un sottosegretario in questo senso possa fungere da elemento propulsivo verso una diffusione a livello centrale del protocollo. Per quanto ci riguarda, noi chiederemo l'inserimento del protocollo nella Banca dati delle buone prassi del Consiglio superiore della magistratura perché crediamo che si tratti di un'iniziativa meritevole che necessita di essere condivisa».