Deus ex machina del Comune di Cosenza dal 2021, Luigi Incarnato non è più l’altra metà di Franz Caruso. Il rapporto tra le due storiche figure socialiste si è incrinato, ma sarebbe sbagliato impostare un ragionamento su un eufemismo. A Palazzo dei Bruzi c’è chi giura, specialmente tra i consiglieri di maggioranza “scontenti”, che il sindaco stia valutando perfino di firmare il decreto di revoca dell’incarico (gratuito) conferito al segretario regionale del PSI a febbraio 2022. Una frattura improvvisa, maturata a cavallo delle Regionali.

Incarnato ha vissuto intensamente il proprio ruolo di capo di gabinetto in pectore, sebbene a causa del dissesto del Comune i gradi non gli siano mai stati conferiti. La sua assenza da quel primo piano, centro nevralgico di ogni strategia politica e azione amministrativa, fa quindi più rumore delle parole proferite lunedì sera in conferenza stampa. In altri tempi mai avrebbe detto pubblicamente una virgola contro Caruso, figura che in cuor suo ritiene di aver condotto al vertice e che avrebbe voluto dapprima presidente dell’Anci, poi candidato alle Regionali e forse parlamentare a Roma.

Invece gli ha dato un suggerimento a mezzo stampa, certificando che il dialogo tra i due non c’è più. Gli ha consigliato un rimpasto di giunta, rimproverandolo, al pari di altri sindaci, di non essersi speso più di tanto in campagna elettorale. Fatto sta che l’assenza prolungata in Comune va avanti da un mesetto abbondante, più o meno dalla presentazione delle liste in cui compariva la figlia Pina. Liste a sostegno di Pasquale Tridico e non di Franz Caruso, appunto (come qualcuno paventava). Qualcosa, politicamente, si è rotto in quel momento. La sfera personale, invece, è affare privato tra i due.

La loro amicizia va avanti da sempre e, a parte gli ultimi quattro anni vissuti al timone dell’Ente bruzio, va segnalato il periodo di inizio secolo. Incarnato era consigliere regionale e poi assessore della giunta Agazio Loiero e Caruso assessore provinciale allo Sport con il compianto Antonio Acri. Poco meno di vent’anni dopo a braccetto sono entrati a Palazzo dei Bruzi grazie all’endorsement di Francesco De Cicco, che il 5 e il 6 ottobre scorso ha chiarito alla città a chi si dovrà rivolgere il prossimo aspirante sindaco di Cosenza. Qualora proprio lui non provi di nuovo il grande colpo.

Nel 1994 Silvio Berlusconi faceva la corte a Franz Caruso. Voleva candidarlo tra le fila di Forza Italia, ma l’avvocato penalista preferì restare nell’alveo del centrosinistra sebbene gran parte del PSI che fu si lasciò folgorare sulla via di Arcore. Il tandem con Incarnato è risultato a prova di bomba e di inchieste, tanto che fino ad aprile scorso l’uno era segretario regionale e l’altro provinciale del Garofano rosso. Poi Caruso lasciò in ottica amministrative perché nel frattempo il clima col Pd, colonna portante della sua amministrazione, si era fatto teso. Acuite le divergenze dalle elezioni a Rende, il circolo cittadino democrat in un’infuocata assemblea promise di far ballare un po’ l’amministrazione.

La resa dei conti è stata solo rinviata a causa delle Regionali, ma adesso dal Pd sono intenzionati a chiedere un rimpasto di giunta. Guarda caso lo stesso suggerimento fornito come un assist lunedì sera da Incarnato, che intanto ha appianato le divergenze con l’area del Partito Democratico con cui per tanto tempo ha dialogato (e governato). Sono le stesse persone che hanno portato Caruso sulla poltrona di sindaco, le medesime che oggi pongono degli interrogativi specialmente sull’assessore ai Trasporti Damiano Covelli: il nuovo migliore amico (in Comune) del primo cittadino. Ma si sa: certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano...