Quasi quattro ore di interrogatorio… Chissà cosa sarà successo… Chissà che si saranno detti… Sarà davvero andato tutto bene? Amici e alleati di Roberto Occhiuto, dalla fine dell’incontro del presidente con i magistrati della Procura della Repubblica di Catanzaro, forse sono impegnati in questi tormenti. Motivi di così grande preoccupazione che li hanno spinti al silenzio. All’ottimismo manifestato dal presidente della giunta regionale fa da contraltare, appunto, il non pervenuto di compagni di partito e alleati.

Un silenzio ancora più pesante se si considera il momento storico in cui si colloca questa vicenda. L’interrogatorio, difatti, è caduto poche ore dopo l’approvazione in Senato della norma sulla separazione delle carriere dei magistrati da parte del Governo Meloni, avvenuta tra le proteste delle opposizioni. Una votazione che dalla premier in giù tutti hanno rivendicato con grande orgoglio, parlando di una riforma epocale. In fondo questa riforma era un vecchio sogno di Berlusconi. Ma nemmeno un centrodestra euforico, che in quelle stesse ore agitava la bandiera del garantismo sottraendola al centrosinistra, ha spinto amici ed alleati di Occhiuto ad esprimersi, a rafforzare nell’opinione pubblica l’ottimismo di Occhiuto, a dare solidarietà ad una figura che non solo è presidente di una regione importante, ma è soprattutto, che piaccia o no, un leader politico di livello nazionale.

Giusto per fare un esempio La Stampa, nel descrivere i retroscena interni a Forza Italia, ovvero i tentativi di Antonio Tajani di resistere alla guida del partito contro gli attacchi interni e quelli della famiglia Berlusconi, parla di una riunione di fedelissimi nella casa ai Parioli del vicepremier e Ministro degli Esteri. Nell’elenco figurano Maurizio Gasparri, Paolo Barelli, Fulvio Martusciello e Roberto Occhiuto.

Lasciamo stare per il momento la posizione di Occhiuto rispetto alla dialettica interna del suo partito, ma va notato come, soprattutto in Calabria, Forza Italia e il centrodestra devono, se non tutto, moltissimo alla figura del presidente. Prova ne è che quando lui non è direttamente in gioco, la coalizione inesorabilmente frana come dimostrano le amministrative.

L’unico che è intervenuto, su sollecitazione del nostro network, è il senatore Fausto Orsomarso (FdI) che, dopo aver ribadito il suo garantismo, ha detto una cosa precisa: i candidati mica si trovano sotto i cavoli, vallo a trovare un altro come Occhiuto!

Per il resto grande silenzio che stride con l’attuale momento politico e appare soprattutto ingeneroso verso Occhiuto. In fondo la solidarietà è gratis.
A tutto questo aggiungiamo che l’inchiesta che riguarda il presidente è stata oggetto di una serie di interpretazioni maliziose che parlano di fuoco amico. D’altronde dal poco che è trapelato sulla stampa, tutto pare sia partito da fatti squisitamente privati, aziendali e societari che non potevano essere di pubblica conoscenza.

Insomma dopo l’interrogatorio il muro tra Occhiuto, il suo partito e gli alleati sembra essersi alzato anziché abbassato. Se qualche amico intende celebrare i funerali di Roberto Occhiuto si vedrà nei prossimi giorni quando il coordinatore regionale di Forza Italia, il deputato Francesco Cannizzaro, organizzerà una grande convention del partito nella sua Reggio Calabria. Sarà l’occasione per capire di più sugli umori di forzisti e alleati.