Cosenza, nel bilancio comunale tagliati anche i soldi del servizio acquedotto

La giunta di Palazzo dei Bruzi costretta a chiedere una variazione per ricostituire la somma originariamente prevista nel capitolo di spesa «inspiegabilmente ridotto - scrivono i revisori dei conti - di 700mila euro». Autorizzata anche la copertura dei costi della depurazione, ma fino al 30 giugno

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di Salvatore Bruno
27 maggio 2020
07:31

Non solo quelle della depurazione, ma pure le somme destinate al servizio acquedotto, anche questo indicato come indispensabile, sono state tagliate e non risultano interamente impegnate in bilancio per l’annualità 2020. La circostanza emerge dagli allegati alla richiesta di variazione deliberata dalla giunta di Palazzo dei Bruzi nella seduta di venerdì scorso 22 maggio.

Le variazioni richieste

In particolare, l’esecutivo del Comune di Cosenza, si è visto costretto a richiedere una modifica dei capitoli inerenti la previsione di spesa del servizio acquedotto, oltre a quella appunto della depurazione e, inoltre, dei servizi di assistenza all’infanzia, ai disabili e domiciliari. Tali variazioni sono state sottoposte al collegio dei revisori dei conti i quali, nel verbale di parziale approvazione delle rettifiche richieste, confermano e censurano le irregolarità compiute dall'amministrazione in sede di approvazione dell'assestamento, passato a maggioranza in consiglio nella seduta del 6 agosto del 2019.


La denuncia della Geko

Irregolarità già parzialmente emerse e divenute di pubblico dominio all'indomani della denuncia presentata lo scorso 4 maggio dalla Geko. La società di gestione dell'impianto consortile di contrada Coda di Volpe e titolare dell'appalto della depurazione, rivolgendosi al Viminale, oltre che alla Procura, alla Prefettura, alle forze dell'ordine e, naturalmente al sindaco, agli assessori ed ai consiglieri, aveva acceso i riflettori sul mancato impegno, per il 2020, di buona parte delle somme necessarie a garantire la copertura del pagamento del servizio.

Cifre ridimensionate

Infatti, a fronte di un vincolo contrattuale e consolidato pari a circa due milioni e seicento mila euro l'anno, nel relativo capitolo erano stati iscritti appena 400mila euro durante la predisposizione del Bilancio di Previsione triennale 2019/2021. Cifra poi addirittura ridimensionata a soli 300mila euro in fase di assestamento, senza pezze giustificative.

Artifizio per far quadrare i conti

L’anomalia era sfuggita all’organo di controllo il quale, tuttavia, aveva ugualmente espresso parere contrario, per altre, differenti motivazioni. Una circostanza, scrivono adesso i revisori «oggettivamente non riscontrabile» poiché anche le direttive indicate annualmente dalla Corte dei Conti, non prevedono un «tipo di controllo così mirato, in sede di parere al bilancio». Ma, sempre secondo i revisori, la mancata previsione o la sottostima di spese consolidate «integra una violazione riconducibile ad artifici contabili predisposti per quadrare bilanci non equilibrati».

Riduzione inspiegabile

L’organo di controllo poi, stigmatizza l’operato dell’amministrazione, come detto, anche in relazione ai mancati impegni relativi alle spese per il servizio acquedotto. «La previsione – scrivono i revisori – veniva inspiegabilmente ridotta di 700mila euro, passando da un milione a soli 300mila euro. Scelta che oggi - aggiungono – si rivela senza alcun fondamento. Tant’è che viene richiesta la ricostituzione originale con una variazione in aumento».

L'assistenza alle fasce deboli

I revisori poi, biasimano i vertici comunali, per l’azzeramento delle previsioni di spesa per i servizi di assistenza domiciliare, precedentemente inseriti in bilancio per un ammontare di poco meno di 250mila euro. Questo taglio tuttavia, era già noto al momento dell'approvazione dell'assestamento e non presenta profili di irregolarità. Adesso, anche a causa dell’emergenza Covid, c’è però la necessità di rimpinguare queste risorse.

Stanziamenti parziali

In sostanza, l’organo di controllo è stato chiamato dalla giunta, a valutare una richiesta di variazione urgente per il ripristino delle somme nei capitoli di spesa per servizi indispensabili (acquedotto e depurazione) e dei servizi a domanda individuale (assistenza e welfare). Nel complesso sarebbero necessari a copertura dell’intero 2020, oltre tre milioni e mezzo. I revisori invece, hanno autorizzato una variazione prziale di un milione e 967 mila euro e limitata a coprire, per quanto concerne la depurazione e il servizio acquedotto, le spese previste fino al 30 giugno.

Lo storno delle somme

La copertura viene garantita utilizzando il fondo finanziamento debiti fuori bilancio, dove erano confluite in parte le poste distratte, e le risorse contenute nel capitolo Rateizzazione cartelle esattoriali, poiché tale debito rientra adesso tra le competenze dell’Organo Straordinario di Liquidazione.

Giornalista
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