«La nuova bocciatura della Corte dei Conti al ponte sullo Stretto di Messina certifica quanto di buono abbiamo fatto presentando un’interrogazione parlamentare sulla conformità del progetto alle normative Ue, servita ai magistrati contabili per chiedere spiegazioni alla Commissione Europea e quindi per emanare i due provvedimenti». Lo scrive l’europarlamentare Pasquale Tridico, già candidato alla presidenza della Regione Calabria, commentando la notizia: «Con questo secondo stop i giudici negano il visto di legittimità al III atto aggiuntivo della convenzione tra il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e la società Stretto di Messina Spa, dopo aver respinto a fine ottobre la registrazione della delibera Cipess sull’approvazione del progetto definitivo. Adesso non resta altro che attendere le mosse di un governo arrogante, che vuole andare avanti nonostante le bocciature. La nostra è una battaglia contro un’opera che reputiamo non prioritaria per il Paese ed un governo che dovrebbe pensare prima a infrastrutturare Calabria e Sicilia solcate da statali mulattiere e vecchie di cent’anni, private dell’alta velocità e con la linea ferroviaria jonica addirittura obsoleta, ancora senza elettrificazione, i cui lavori stanno andando molto a rilento».

«Un sud Italia – scandisce Tridico - che ne esce ancor più mortificato se consideriamo anche le intese sottoscritte tra il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli ed i governatori di Veneto, Lombardia, Liguria e Piemonte sull’autonomia differenziata che rischia di emarginare definitivamente le regioni meridionali. Quest’impulso Salvini-Calderoli su materie come le professioni e la previdenza complementare e integrativa, e la parte della sanità che riguarda il coordinamento della finanza pubblica, in teoria non prevedono la definizione dei Lep, i livelli essenziali delle prestazioni che quantomeno garantirebbero un minimo di sussidiarietà. Atti gravissimi che stanno passando in sordina, con Salvini che getta fumo negli occhi a calabresi e siciliani con questa insulsa storia del ponte mentre il governo continua scientemente a spaccare l’Italia».