La polemica

Natale calabrese a Milano, Bruni: «Progetto faraonico per promuovere una narrazione che non esiste»

La leader dell’opposizione in Consiglio Regionale rinfocola la polemica sulla chiacchierata trovata pubblicitaria della Cittadella nel capoluogo lombardo, dove ha investito oltre due milioni e mezzo di euro per promuovere il turismo calabrese

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di Redazione
13 dicembre 2022
12:12
Amalia Bruni
Amalia Bruni

«L’operazione da 2 milioni e 600 mila euro della Regione Calabria per illuminare la stazione centrale di Milano ha suscitato non poche polemiche. Un progetto faraonico per promuovere la Calabria oltre i confini regionali, 1.300 metri quadri di ghiaccio, un albero di natale da 18 metri con 15.000 luci led tutto targato “Calabria Straordinaria”. Nulla di male se non fosse che la narrazione di “questa” Calabria non esiste». Così Amalia Bruni, leader dell’opposizione in Consiglio Regionale, rinfocola la polemica sulla chiacchierata trovata pubblicitaria della Regione Calabria a Milano, dove ha investito oltre due milioni e mezzo di euro per promuovere il turismo calabrese.

«È come neve al sole per rimanere in tema – attacca la Bruni - Dal corto di Muccino alla super pista ghiacciata della “Capitale” Milano, un dispendio di risorse pubbliche accompagnate da una miope e ombrata strategia di promozione della nostra terra. In una regione che non riesce a garantire i servizi primari, in cui raccontiamo quotidianamente di ambulanze senza medici, disservizi e fragilità territoriali sarebbe opportuno calibrare come e dove allocare le risorse dei calabresi».


«Tornando al turismo – continua - mi aspetterei più una strategia di marketing improntata sullo svantaggio. Proprio cosi, lo svantaggio e la semplicità della nostra meravigliosa Calabria. Vendiamo al mondo le nostre difficoltà che rendono tutto più interessante. Iniziamo a puntare su una Calabria che fa mostra della sua genuinità, della sua semplicità. Diciamo a Milano e al mondo che solo in Calabria è possibile passare le vacanze prendendo il caffè e assaporando odori e profumi unici. Solo in Calabria, dove il tempo si misura in “Mò”, si ha la possibilità di lasciare la routine delle grandi metropoli per abbracciare la tranquillità e accoglienza dei calabresi».

«Non serve “vestirsi a festa” – aggiunte la consigliera regionale - nascondendo la polvere sotto il tappetto. Non serve ricoprire le facciate della Stazione Centrale per darsi un tono. La bellezza sorprendete di Mamma Calabria è in noi. Ricordiamocelo più spesso. In un mondo in cui le soft skills sono abilità personali ricercatissime, senza tema di essere smentiti possiamo dire che la nostra regione è la patria di empatia, accoglienza, comunicazione relazionale. Non venite in Calabria se non siete abituati ad una bellezza disarmante. Non venite in una terra che rapisce cuore e mente. Ora che conoscete i rischi, decidete che cosa fare».

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