Ormai non ci sono dubbi. Si vota domenica 5 e lunedì 6 ottobre. Lo stabilisce il decreto firmato dal vice presidente della giunta regionale, Filippo Pietro Paolo. Roberto Occhiuto voleva votare il 28 e 29 settembre, con una campagna elettorale sprint che non desse tempo agli avversari di organizzarsi e ai nemici interni di preparare eventuali “trappoloni”. Lo ha detto lui stesso partecipando, per la prima volta da inizio legislatura, alla riunione di maggioranza che ha preceduto l’ultimo consiglio regionale. La Corte d'appello ha rinviato tutto di una settimana per avere il tempo di preparare gli adempimenti tecnici necessari, impossibili da mettere a punto con gli uffici dimezzati dai turni ferie. Per Occhiuto cambia poco, non così per tutti gli altri.

Tornando all'ultima riunione di maggioranza, l'annuncio ha lasciato spiazzati tutti, soprattutto il capogruppo regionale di Forza Italia, Michele Comito. D’altronde il presidente dimissionario della giunta regionale nelle sue dichiarazioni sulla stampa aveva detto che si sarebbe votato il 12 ottobre. Ieri in aula ha invece detto che non sapeva la data del voto. Ma nella riunione di maggioranza è stato perentorio. Non solo ha detto ai suoi che la vittoria è certa se i candidati saranno il senatore del Pd Nicola Irto o la deputata del M5s, Vittoria Baldino. Nel caso in cui sarà l’europarlamentare grillino Pasquale Tridico ci sarà da sudare un po’ di più. Ma non molto secondo Occhiuto che ha parlato del suo consenso alle stelle ricordando il sondaggio del Sole 24 Ore che lo piazzava fra i Presidenti di regione più amati del Paese.

I suoi alleati certo non si aspettavano questa accelerazione, ma hanno dovuto fare buon viso a cattivo gioco. Qualche timida protesta si è levata dallo stesso Comito e dall’altro collega forzista Antonello Talerico, ma si è limitata ad una garbata sottolineatura. D’altronde Occhiuto ha il pallino del gioco in mano e in ballo ci sono le candidature. Anche il tentato blitz di far saltare il consiglio regionale di ieri è subito rientrato, per gli stessi identici motivi. Insomma sembra proprio che queste elezioni lampo si vogliono trasformare in un referendum sulla figura di Occhiuto che certo tempo per grandi elaborazioni politiche non ce n’è.

Ma da qui a dire che la popolarità di Occhiuto fra i suoi sia alta, ne corre parecchio. Nessuno ha voglia di varare una campagna elettorale in piena estate e soprattutto è contento di aver perso almeno un altro anno di indennità. I mugugni, quindi, per il momento restano a bassa voce. Insieme alla paura che gli sviluppi futuri dell'inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro potrebbero, presto o tardi, rendere incerta anche la nuova legislatura. Insomma l’idea che Occhiuto si sia dimesso solo per assicurarsi una sua sopravvivenza politica si fa sempre più forte anche nelle fila del centrodestra.

Nell’altro campo siamo alle solite. Non c’è un leader emerso in questi anni come anti-Occhiuto, al punto che lo stesso presidente in consiglio regionale ha sbertucciato le opposizioni. “Avete avuto quattro anni per prepararvi, ora di cosa vi lamentate?”. Difficile dargli torto, ma una riflessione sul ruolo dell’opposizione in questi anni andrebbe comunque fatta. Un leader sarebbe dovuto nascere da quei banchi, se non è successo il centrosinistra ha un problema. La soluzione sta nei soliti tavoli che partiranno da lunedì. Lo schema Pd-M5s in Calabria non è applicabile pedissequamente perché è nato il fronte moderato-riformista con Azione (gaffe di De Nisi a parte), ItaliaViva, Socialisti, + Europa. Anche loro siederanno al tavolo con le loro proposte programmatiche e un possibile candidato presidente. Il loro nome è quello del sindaco di Cosenza, Franz Caruso.

Chi non è d’accordo sono i 5 Stelle che negli equilibri complessivi del Paese rivendicano per loro la Calabria. Al Pd sono andate Marche, Toscana, Veneto e Puglia, loro vorrebbero Campania con Roberto Fico e la Calabria. Qui alle ultime Europee sono risultati primo partito. Lo dice chiaramente in una intervista alla Stampa Pasquale Tridico che da qualche giorno si mostra più possibilista rispetto all’ipotesi di essere lui il candidato. Evidentemente è riuscito a convincere la consorte che era la più ostinata nel dire no alla coalizione. Tridico, che continua a mantenere la figura di tecnico organico ai 5 Stelle, ha il profilo giusto (ovvero non troppo populista) per poter avere l’ok anche dai centristi. In molti scommettono che sarà lui lo sfidante. Anche perché i partiti minori sono alle prese con altri problemi ovvero quelli della composizione delle liste. Chi non ha rappresentanza in Parlamento deve raccogliere e autenticare almeno 1500 firme a circoscrizione. Deve farlo entro il 5 settembre, il tempo davvero è ridottissimo. Allora in queste ore è tutto un ragionare su possibili accordi elettorali che vanno però calibrati per non perdere per strada i grandi portatori di voti. Insomma la mossa del cavallo di Occhiuto ha lasciato davvero tutti in contropiede. Soprattutto i calabresi che in questo modo non avranno molto tempo per capire proposte politiche e programmi.

Eppure la Schlein, agli stati generali della montagna a Mormanno quasi un anno fa, aveva avvertito il centrosinistra: fate presto!