A margine di una iniziativa promossa a Castrolibero con Giuseppe Scopelliti e Lorenzo Cesa, il senatore di Fratelli d’Italia rilancia il mandato-bis del governatore in carica: «Bene il chiarimento davanti ai magistrati, consentirà di proseguire il lavoro con maggiore serenità»
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La presentazione del libro di Giuseppe Scopelliti Io sono libero, appuntamento inserito nella rassegna Letture nel Borgo a cura dell’amministrazione comunale di Castrolibero, con la partecipazione tra gli altri del parlamentare e presidente dell’Udc Lorenzo Cesa, coincide con la giornata in cui il presidente della Regione Roberto Occhiuto è stato ascoltato dai magistrati della Procura di Catanzaro nell’ambito dell’inchiesta che lo vede indagato per corruzione insieme ad alcuni suoi collaboratori di fiducia.
Silenzio equivoco
Ed è l’occasione per il senatore Fausto Orsomarso, ospite del dibattito, per chiarire la propria posizione rispetto alla bufera giudiziaria che agita da qualche settimana il clima sulla Cittadella di Germaneto. Alcuni osservatori non hanno mancato di notare il silenzio dello stesso Orsomarso ed anche di Wanda Ferro all’indomani della diffusione della notizia sulle indagini in corso, annunciata peraltro proprio dal governatore attraverso i propri canali social. Nessun commento dagli esponenti di Fratelli d’Italia, né di sostegno, né di altra tipologia. Tanto da alimentare il sospetto che potessero esserci delle frizioni con il Presidente acuite dalla manifestazione, da parte di Occhiuto, della volontà di ricandidarsi per un secondo mandato.
Disco verde al secondo mandato
Malignità che Orsomarso relega a semplici chiacchiere da bar destituite di ogni fondamento: «Siamo stati noi di Fratelli d’Italia già due anni fa a ricandidare Roberto Occhiuto nel corso di un nostro evento di partito. Perché crediamo – ha detto il senatore – che questa esperienza debba continuare. Occhiuto ha saputo prendere il toro per le corna. Soprattutto in sanità, dove si disputa la madre di tutte le battaglie. È positivo che il presidente abbia subito cercato di chiarire la vicenda giudiziaria, anche per poter proseguire il proprio lavoro con maggiore serenità. Il confronto con i magistrati ci può stare, soprattutto quando sono necessarie verifiche su atti amministrativi. In questo caso addirittura siamo di fronte a questioni di rapporti tra privati. Io non ho cambiato atteggiamento rispetto al passato; quando Mario Oliverio è finito sotto inchiesta gli ho augurato di poter chiarire presto la sua posizione. Purtroppo i tempi della giustizia non sono sempre compatibili con quelli della politica. Emblematico il caso di rimborsopoli con molti miei ex colleghi consiglieri regionali prosciolti dopo 13 anni».