Pd Calabria: «Preoccupano i ritardi sul Por, la Regione istituisca un tavolo con Comuni, sindacati e università»
Gli esponenti dem intervengono sul rischio di perdere 900 milioni di euro se non saranno spesi entro il 31 dicembre: «Problemi strutturali nella macchina burocratica regionale, il centrodestra ha le sue responsabilità»
«Desta profonda preoccupazione il ritardo con il quale la Regione sta procedendo alla spesa delle risorse messe a disposizione dalla programmazione europea 2014-2020 riferita ai fondi Fesr e Fse». È quanto si legge in una nota del Pd Calabria.
I dati, pubblicati sul portale Cohesion Data della Commissione europea, hanno infatti evidenziato che al 31 dicembre 2022 la spesa certificata della Regione e rimborsata da Bruxelles era pari a circa a 1,3 miliardi di euro su 2,2. Si sono utilizzati quindi solo il 60% delle risorse e la Calabria rischia di perdere circa 900 milioni di euro se non riusciremo a spenderli entro il prossimo 31 dicembre.
«È evidente - proseguono i dem calabresi - che esistono problemi strutturali all'interno della macchina amministrativa e burocratica regionale che, da sempre, non agevolano una snella e efficace programmazione della spesa. Non è possibile, però, che non si provi ad effettuare alcun cambiamento per tentare di invertire la rotta. Il centrodestra è ormai al governo da alcuni anni e non può non assumersi la propria parte di responsabilità. Fuori da ogni strumentalizzazione chiediamo al presidente Occhiuto di avviare immediatamente un tavolo di confronto permanente con il Consiglio regionale, i sindacati, le associazioni di categoria, i sindaci, le Università e tutti i soggetti in grado di fornire il proprio contributo per fare in modo di intervenire prontamente per mettere in salvo la maggior parte delle risorse possibili. La Calabria - concludono - non può permettersi di perdere ulteriori occasioni, specialmente in questo periodo in cui la crisi economica e l'aumento dei costi di energia e materie prime stanno mettendo a dura prova il suo già fragile sistema socio-economico».