Per circa dodici anni, tra la fine degli anni novanta e l’inizio del millennio, i Lavoratori Socialmente Utili e quelli di Pubblica Utilità, prima di essere stabilizzati hanno prestato la propria opera nelle pubbliche amministrazioni senza il riconoscimento dei contributi previdenziali. Questa condizione di parziale precariato proveniente dal passato, oggi manifesta pesanti conseguenze sull’importo delle loro pensioni, calcolate in misura variabile tra i 500 ed i 700 euro. Una miseria.

Un coordinamento per la dignità

Nell’area urbana cosentina Lsu ed Lpu hanno costituito un coordinamento e si sono mobilitati per chiedere al Governo nazionale di licenziare un provvedimento ad hoc per sanare questa situazione ritenuta dai lavoratori profondamente ingiusta. Un disegno di legge in questa direzione è stato redatto dal senatore Maurizio Gasparri ma le procedure di approvazione si sono incagliate in Parlamento, anche per l’oneroso impegno di spesa richiesto, quantificabile nel complesso in circa 160 milioni di euro. «È però – ha spiegato Romolo Cozza, portavoce del coordinamento Lsu/lpu – questa cifra andrebbe spalmata in un periodo di quindici anni, ovvero nell’arco temporale complessivo durante il quale tutti i diecimila lavoratori appartenenti a questa categoria, andranno in quiescenza. Insomma, ex Lsu ed ex Lpu non andranno in pensione tutti insieme, ma a scaglioni. Per cui anche l’impegno di spesa può essere frazionato in più esercizi finanziari».

Governo possibilista

Una riflessione che Romolo Cozza ed Antonio Belmonte, rappresentante sindacale CSA-CSAL, hanno condiviso con il Sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon a margine di una iniziativa alla quale l’esponente di Governo ha partecipato nei giorni scorsi a Castrolibero. «Si tratta di un problema annoso – ha detto Durigon – non certamente imputabile a questa legislatura. E però queste persone devono avere un ristoro. Tuttavia ci troviamo di fronte ad un costo molto importante per cui dobbiamo capire quale possa essere la strada più opportuna da intraprendere per soddisfare le loro giuste istanze». Durigon ha poi manifestato piena disponibilità a verificare con gli uffici del Ministero la proposta di scaglionamento dei pensionamenti per ripartire la spesa su più esercizi finanziari.

Verso il flash mob

Il coordinamento ha comunque annunciato al Sottosegretario l’organizzazione nel mese di settembre di un flash mob a Roma nei pressi della sede del Dicastero del Lavoro per sensibilizzare le forze politiche all’adozione di un provvedimento che consentirebbe di rafforzare la dignità e la sicurezza economica di centinaia di famiglie, garantendo loro una migliore qualità della vita».