È quanto «auspica» il Ministero dei Trasporti in sede di conversione. Non mancano le reazioni. Bonelli: «Sorprendete che Salvini si accorga solo oggi l’opera è una formidabile occasione per le organizzazioni mafiose di fare affari». La Lega: «Determinati nel tenere una linea rigorosa»
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«l Decreto legge infrastrutture è in vigore. In sede di conversione, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti auspica fortemente che il Parlamento possa valutare l'importanza di alcune integrazioni, a partire dal rafforzamento dei controlli anti-mafia sul Ponte sullo Stretto a cui hanno già lavorato i Ministri Matteo Salvini e Matteo Piantedosi, con l'apporto dei Ministeri dell'Economia, della Difesa e della Giustizia». Lo riporta una nota del Mit che sottolinea come «un'opera così importante merita il massimo dell'attenzione, per garantire legalità e trasparenza nel coinvolgimento delle migliaia di imprese e degli oltre 100mila lavoratori che parteciperanno alla costruzione».
Bonelli (Avs): «È sorprendente che il Mit scopra solo oggi che il Ponte è una formidabile occasione per le organizzazioni mafiose di fare affari»
«È sorprendente che il Mit scopra solo oggi che il Ponte sullo Stretto di Messina è una formidabile occasione per le organizzazioni mafiose di fare affari. Quando Don Ciotti sollevò con coraggio questo tema, Salvini non esitò a dileggiarlo pubblicamente, invitandolo a lasciare l'Italia. Così come ha fatto pochi giorni fa nei confronti del procuratore D'Amato, che ha lanciato l'allarme sulle infiltrazioni mafiose nei grandi appalti pubblici. La migliore prevenzione sta prima di tutto nel seguire procedure trasparenti e rigorose nell'approvazione dei progetti e nella formulazione dei pareri obbligatori per legge, cosa che fino ad adesso è mancata, visto che ad oggi l'unico organismo tecnico che ha approvato il progetto del ponte è il comitato scientifico della stessa Società Stretto di Messina, a cui lo Stato ha demandato la realizzazione dell'opera». Ad affermarlo è Angelo Bonelli, deputato AVS e co-portavoce di Europa Verde.
«Salvini, per realizzare quest'opera, ha eliminato i pareri di Ispra, Ingv, del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, dell'Autorità Nazionale dei Trasporti e non ha ascoltato i rilievi dell'Autorità Nazionale Anticorruzione. Inoltre, non è stata rispettata la Direttiva europea Habitat. Il ponte sta sottraendo risorse alle infrastrutture utili del Paese: 1,7 miliardi di euro sono stati tolti dalla manutenzione delle strade per dirottarli al ponte, così come i fondi di sviluppo e coesione per il Sud, che sarebbero serviti per realizzare ferrovie, scuole e ospedal», conclude.
Santillo (M5s): «Folle azzerare i Fsc asl sud e ora alla Lombardia per realizzare l’opera»
«Sul ponte sullo Stretto Salvini sembra un dj che mixa tragedia e commedia, dramma e cabaret. Sul dl Infrastrutture ha costretto il presidente Mattarella a far calare la mannaia sull'idea malsana di accentrare al Viminale i controlli anti-mafia, come previsto in prima stesura nel dl Infrastrutture. Soluzione messa in campo solo per Expo e Olimpiadi, non per un'opera che richiederà 15 anni di lavori». Così in una nota il deputato M5s Agostino Santillo.
«Il leader della Lega deve capire una cosa: non può fare quello che gli pare per continuare a raccontare la fiaba di questo ponte. Se è stato folle azzerare i Fondi di Sviluppo e Coesione delle regioni del Sud, è altrettanto irricevibile ora vedere le province della Lombardia private dei fondi per le strade provinciali per finanziare questa smania demente del ponte sullo Stretto. Lombardia che, peraltro, è proprio la regione di Salvini. Ed è guidata da un leghista, così come molte sue province. L'impressione è che Salvini scipperebbe sua madre pur di finanziare l'opera. Per il resto, siamo al dilettantismo in purezza: aspettiamo di capire come Pichetto Fratin e la commissione Via-Vas siano venuti a capo delle 62 prescrizioni ambientali e geologiche che accompagnano il parere all'opera. In questo bailamme totale, aspettiamo sempre che la premier Meloni si intesti un minimo questo scempio. Ogni volta che si parla di questo "buco nero" che è il ponte sullo Stretto la premier inizia a parlare a mezza bocca», conclude.
Barbagallo (Pd): «La toppa è peggio del buco»
«Le parole del Ministero delle Infrastrutture suonano come una clamorosa ammissione: solo ora, a decreto approvato, si accorgono che servono norme più forti contro le infiltrazioni mafiose sul Ponte sullo Stretto? Ma dov'era il Ministero quando quel decreto è stato scritto? E Salvini, che lo ha firmato, ora si smarca scaricando la responsabilità?». Lo sostiene il capogruppo del Pd in Commissione Trasporti della Camera, Anthony Barbagallo che sottolinea come «il Pd ha più volte espresso in parlamento, restando inascoltato, forti preoccupazioni sui rischi concreti di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata».
«La verità – aggiunge Barbagallo – è che il governo ha approvato un provvedimento fragile, lacunoso e pericoloso, che apre la porta a potenziali infiltrazioni criminali e solleva enormi dubbi su trasparenza e controlli. Non solo: si svuotano le casse degli investimenti per le infrastrutture nel Mezzogiorno per finanziare un'opera estremamente costosa, dai benefici ancora tutti da dimostrare. Mentre le strade e le ferrovie del Sud restano al palo, il governo sceglie di concentrare miliardi su un progetto discutibile, senza garanzie di legalità né ritorni reali per i territori. Il Parlamento dovrà intervenire con decisione per colmare gravi omissioni, garantire legalità e difendere gli investimenti realmente utili al rilancio del Sud", conclude.
Lega: «Lavoreremo per rafforzare i controlli antimafia»
«Un'opera così importante come il Ponte sullo Stretto merita la massima attenzione per garantire legalità e trasparenza nel coinvolgimento delle migliaia di imprese e dei 100.000 lavoratori. Lavoreremo in Parlamento, in fase di conversione, per rafforzare i controlli antimafia. La Lega è determinata nel tenere una linea rigorosa, per assicurare che questo progetto strategico vada di pari passo con la lotta alla criminalità organizzata». Così i deputati della Lega in commissione Trasporti alla Camera.