La bocciatura da parte della Corte dei Conti della delibera Cipess sul Ponte dello Stretto è esplosa come una bomba non solo sul proscenio politico nazionale, ma anche a queste latitudini. Roberto Occhiuto ha subito commentato la sentenza dei magistrati contabili dicendo che «ha ragione il vice premier Matteo Salvini: la decisione della Corte dei Conti è un grave danno per il Paese». Al Capitano, che lo ricordiamo è stato il primo a sostenere la ricandidatura di Occhiuto alla Presidenza, evidentemente questa frase però non è bastata.

In realtà chiede sostegno politico per il progetto che passa, inevitabilmente, per postazioni di prestigio all'interno della giunta. Secondo le indiscrezioni Salvini sta alzando il prezzo sfruttando più che la forza elettorale un ragionamento politico. Alla luce di questo, durante gli incontri romani con il presidente della Calabria, ha chiesto per la Lega la vicepresidenza e l'assessorato alle Infrastrutture. Due postazioni di grande visibilità politica dalle quali condurre la madre di tutte le battaglie politiche ovvero la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Insomma se davvero Occhiuto vuole che il Ponte lo deve dimostrare plasticamente.

Al momento Occhiuto ha preso tempo perché la quadra sulla giunta ancora non arriva. Già c'era il problema delle quote rose da rispettare, ora è arrivata questa richiesta della Lega che potrebbe suscitare le ire di Fratelli d'Italia. Nell'ultima legislatura meloniani e leghisti erano arrivati ​​più o meno allo stesso risultato elettorale e quindi l'equa ripartizione di due assessorati a testa andava bene. Alle ultime elezioni però FdI ha staccato di quattro punti percentuali il Carroccio e oggi può vantare quattro consiglieri regionali contro i tre della Lega. Alla luce di queste considerazioni i meloniani sono pronti ad alzare anche loro la posta.

Per il momento, però, restano in una strana quiete lasciando il cerino in mano ad Occhiuto. Il partito si è limitato per ora a chiedere due assessorati ; uno che dovrebbe essere appannaggio di Antonio Montuoro (in modo che Filippo Pietropaolo venga recuperato come consigliere supplente) e uno per Giovanni Calabrese la cui presenza si è fatta notare alla proclamazione di Occhiuto a presidente.

Una calma che sta creando però anche qualche agitazione nel partito, sopratutto fra quelli che ambiscono ad un ruolo. Perché questa calma pacifica nella fase delle trattative? In fondo si tratta sempre del partito che guida il Paese. Allora se Salvini chiede un tangibile riconoscimento politico perché non deve farlo anche la Meloni mettendo sul piatto il ruolo guida della coalizione?