Il dado è tratto. Francesco Cannizzaro ha messo sul piatto di piazza Duomo la sua disponibilità a candidarsi alla carica di sindaco di Reggio Calabria. Di fronte al popolo azzurro, radunato in quello che lo stesso deputato definisce a più riprese «una piazza storica», con uno slogan – “Grazie Calabria, Adesso Reggio” - che suonava già come l’annuncio dell’apertura ufficiale della campagna elettorale per Forza Italia, è arrivata anche la notizia che in tanti stavano aspettando già da tempo. «È finito il momento di stare nelle tribune comodamente seduti a fare i direttori di orchestra – ha detto rivolgendosi agli alleati assiepati dietro il palco -. Evidentemente è finito il tempo di stare anche in panchina. E allora, se dovesse essere necessario, se dovesse servire alla causa, personalmente sono disposto a scendere in campo indossando la maglietta amaranto di questa città, e giocare insieme questa grande partita, che è la partita del riscatto, che è la partita del futuro per consegnare a Reggio la migliore classe dirigente che abbia mai avuto».

Ma le notizie potrebbero essere addirittura due visto il siparietto improvvisato sul palco in compagnia del presidente rieletto Roberto Occhiuto, al quale lo stesso Cannizzaro ha chiesto di partecipare alla «larga, larghissima» coalizione reggina di centrodestra con la vera rivelazione delle ultime regionali, vale a dire con la “Lista Occhiuto” che ha consentito agli azzurri calabresi di toccare quota 30% nella speciale graduatoria di gradimento dei partiti. In quale forma o con quale nome non è ancora dato sapere, ma il presidente Occhiuto se possibile ha fatto di più, non solo confermando la volontà di dare una mano con la “sua” lista, ma anche benedicendo la discesa in campo di Cannizzaro - «lo vedrei bene come sindaco di Reggio – ha detto -. Ciccio ha dimostrato di avere capacità straordinarie» - e non escludendo un suo diretto coinvolgimento nella competizione elettorale - «se Cannizzaro scende in campo, anche io potrei fare qualcosa che non si è mai vista nella storia della Calabria: un presidente che non è di Reggio ma che si candida nella lista delle amministrative, per dare ancora più forza a questa città» - quasi a voler ricambiare il sostegno che lo stesso coordinatore regionale ha assicurato durante la breve ma intensa campagna elettorale per le regionali.

Una situazione inedita che in un sol colpo mette a tacere le voci che vorrebbero una sorta di scontro interno tra i due per la leadership in Forza Italia Calabria, e ridimensiona anche il ruolo che in tanti avevano già assegnato a Giuseppe Scopelliti dopo il buon risultato ottenuto alle regionali con la candidatura di Franco Sarica nella Lega che aveva deciso di dargli voce. D’altra parte lo stesso Cannizzaro nel suo intervento ha più volte usato la parola «passato» riferendosi non solo alla compagine amministrativa guidata dal sindaco Giuseppe Falcomatà. Ma ci sarà tempo ora per comporre la squadra che per dirla con Cannizzaro «è pronta per la conquista di Reggio».

Il Pd si lecca le ferite dopo le Regionali

Il paradosso è che la notizia di Piazza Duomo arriva nel giorno in cui il Partito democratico reggino ha cominciato a leccarsi le ferite del dopo regionali. In una angusta sala del Dopolavoro ferroviario è andata in scena l’Assemblea provinciale dem, presieduta da Tania Bruzzese, alla presenza dei vertici cittadini e provinciali, nonché del segretario regionale Nicola Irto. In particolare il segretario cittadino Peppe Panetta ha parlato di «un partito sgangherato» ma anche di un «risultato straordinario» con i due seggi ottenuti con i sindaci Ranuccio e Falcomatà, provando al contempo a spegnere le polemiche del dopo voto sostenendo che quella di «fare liste forti, e quindi internamente competitive, è stata una scelta» precisa, dettata anche dalla frammentazione del partito che conta meno di trenta circoli nei novantasette comuni della Città metropolitana. Testimonianza ne è il risultato di Cirillo – non reggino – che doppia in città il primo cittadino.