«Credo che davvero la svolta sia a portata di mano», dice Giuseppe Conte, a Catanzaro per la presentazione del programma elettorale di Pasquale Tridico, candidato presidente della Regione Calabria per il centrosinistra.

«Ogni volta che vengo in Calabria - riprende - il tema è la sanità che è al primo posto e poi ci sono tante altre urgenze. C'è un problema di attrarre investimenti, un problema di attrarre risorse, realizzare infrastrutture, però quelle che servono davvero ai cittadini per avere una qualità di vita migliore e non invece per drenare risorse dalle infrastrutture programmate dai Fondi di coesione, che servono per colmare i divari sociali ed economici, per buttarle in un progetto faraonico che non sappiamo se e quando verrà realizzato come il Ponte sullo Stretto».

«Sono tutte urgenze che con la grande capacità di ascolto che caratterizza il nostro candidato Tridico sono state raccolte alla luce anche di tantissime istanze venute da singoli cittadini, associazioni, comitati, forze sociali, economiche, politiche, culturali. È un progetto, questo, che è davvero di ampio respiro molto puntuale: c'è già un programma elaborato in dieci punti. Questo programma offre la possibilità di costruire un modello Calabria», aggiunge.

«Tridico - conclude il leader M5s - può interpretare questa prospettiva e dare una svolta ai cittadini, offrire una grande opportunità. Io sono venuto già per altre campagne elettorali, e anche al di fuori di campagne elettorali, per ascoltare le istanze, i bisogni, le urgenze dei cittadini calabresi. Direi che questa volta, per la prima volta, abbiamo un progetto veramente molto ampio, articolato, puntuale, che unisce tantissime forze culturali, politiche, sociali. Credo che davvero la svolta sia a portata di mano». 

Gli esponenti del centrodestra al governo «sono responsabili del lavoro povero, del fatto di dire no al salario minimo, di non offrire misure per un ceto medio ormai completamente impoverito. Si assumino qualche responsabilità e la smettano con questa farsa dell'assistenzialismo». Il leader M5s con riferimento alla proposta di un reddito di dignità, sulla falsariga del reddito di cittadinanza, di certo non le manda a dire agli avversari. «Anche loro - ha proseguito Conte - non hanno mica cancellato una misura a favore delle persone più povere: semplicemente dopo aver programmato, andando all'Aia, in sede Nato, 445 miliardi per le armi in più di spesa aggiuntiva nei prossimi dieci anni, hanno fatto cassa sui poveri recuperando dalla nostra riforma un miliardo e mezzo. E hanno poi cambiato nome e l'hanno chiamato assegno di inclusione ma non l'hanno cancellato, non lo possono cancellare perché se le persone muovono di fame e non arrivano a fine mese è un problema sociale serio. Quindi - ha proseguito il presidente M5s - trovo vergognoso che dopo aver fatto favori ai signori delle banche facendoli arricchire con miliardi e miliardi, dopo aver fatto favore alle industrie delle armi, ai signori della guerra, alle imprese assicurative fanno cassa sui poveri con un miliardo e mezzo, che è una misura insignificante rispetto all'arricchimento dei poteri forti».

«È chiaro che i cittadini diventano critici nei confronti dell'Europa, se come ha fatto Giorgia Meloni, si decide di investire sempre più miliardi in armi e si tagliano sanità, welfare, spesa sociale e investimenti che servono alle persone come istruzione, scuola e asili». Ha detto ancora Conte.

«I cittadini si interrogano su quale sia la direzione dell'Europa - ha aggiunto Conte - e legittimamente ritengono che sia sbagliata. Ho seguito il discorso di Mattarella, che ha pone interrogativi significativi anche sull'importanza del diritto e della legalità internazionale. Ritengo che l'Europa, e l'Italia in particolare, abbiano dato un contributo storico per costruire il diritto internazionale e il diritto umanitario».

«Anche per questo è incomprensibile e rimaniamo attoniti e sconcertati per il fatto che oggi l'Italia calpesta la legalità internazionale, come nel caso di Al-Masri, un criminale di guerra che é stato sottratto a un provvedimento della corte internazionale e con un salvacondotto è stato rimpatriato in Libia. O come quando si decide di non adottare misure concrete ed efficaci di condanna nei confronti del governo Netanyahu, che calpesta il diritto internazionale rendendosi responsabile di un genocidio. Con l'Italia che rimane inerme e addirittura gli offre copertura e dunque complicità indiretta. Sono quesiti importanti che devono far riflettere tutti».