Saltano gli sconvolgimenti ipotizzati dopo il voto: Noi Moderati supera il quorum e salta l’effetto domino che avrebbe messo a rischio lo scranno guadagnato dal sindaco di Reggio Calabria
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Le riconferme, le sorprese, le esclusioni clamorose. Le elezioni regionali di domenica e lunedì in Calabria hanno riservato gioie e dolori. Nelle prossime pagine vi presentiamo i profili dei prossimi consiglieri regionali. In una tornata davvero particolare, con una campagna elettorale svoltasi in piena estate dopo le dimissioni del presidente uscente Roberto Occhiuto, l'"alfiere" del centrodestra riconfermato ieri alla guida della Calabria, non sono mancate curiosità e sorprese. Tra le prime va annoverata sicuramente la straordinaria performance elettorale dell'assessore uscente all'Agricoltura e ai Trasporti Gianluca Gallo, di Forza Italia, capace di migliorare il suo già ragguardevole record di preferenze del 2021 e toccare stavolta quota 30mila: Gallo in pratica ha fatto "quorum" da solo (in Calabria 30mila voti sono all'incirca il 4%, che e' la soglia di sbarramento per entrare in Consiglio regionale). Dopo Gallo, i più votati sono stati un altro candidato di Forza Italia, Salvatore Cirillo (oltre 19mila preferenze), e il candidato di Occhiuto Presidente Pierluigi Caputo (oltre 14mila preferenze), mentre nel centrosinistra il più votato è stato Ernesto Alecci del Pd con oltre 12mila voti. Molto significativi anche i risultati di due presidenti di Provincia eletti con il centrodestra: Rosaria Succurro (Cosenza), eletta con Occhiuto Presidente con circa 12mila voti, e Sergio Ferrari (Crotone), eletto con oltre 12mila voti con Forza Italia. Tra le "sorprese" invece va annoverata la mancata elezione del sottosegretario all'Interno, la parlamentare e coordinatrice regionale di Fratelli d'Italia Wanda Ferro, che era capolista dei meloniani nella circoscrizione centrale: nonostante le oltre 10mila preferenze, Ferro non è entrata in Consiglio regionale essendo finita alle spalle del consigliere regionale uscente Antonio Montuoro. In lizza poi altre ex parlamentari orbitanti - ieri e oggi - nel Movimento 5 Stelle: destino diverso per Elisa Scutellà, estromessa dalla Camera dopo l'accoglimento del ricorso elettorale del forzista Andrea Gentile ma ora entrata in Consiglio regionale, e per Elisabetta Barbuto e Dalila Nesci - quest'ultima ex grillina e ora candidata con Fratelli d'Italia - che sono rimaste invece fuori dall'assemblea. Così come non è stata eletta consigliere regionale un'altra ex parlamentare, Enza Bruno Bossio, dirigente di spicco del Pd calabrese.
È ancora un dato ufficioso, un’indiscrezione da fonti accreditate ma (ovviamente, in attesa che si chiudano i verbali) senza conferme ufficiali. I boatos però dicono che potrebbe non esserci alcuno sconvolgimento nei conteggi dopo le Regionali: il partito di Lupi avrebbe superato il 4% e sarebbero salbi il seggio di Vito Pitaro e Riccardo Rosa ma anche quello di Falcomatà per il Pd.
Massima cautela: manca ancora la chiusura dei conteggi della Corte d’Appello di Catanzaro. Se così fosse sarebbe tutto confermato, nessuna sorpresa, dunque, nonostante il frastuono di calcoli, post e interpretazioni “creative” che hanno animato le ultime settimane.
Il punto sensibile sarebbe uno solo: il famigerato 4% di Noi Moderati. Se non lo avesse raggiunto, si sarebbe aperta una voragine nel quadro complessivo degli eletti, con un effetto domino capace di travolgere il seggio di Giuseppe Falcomatà.
Noi Moderati il quorum invece, sempre se le indiscrezioni fossero confermare, lo avrebbe raggiunto.
Dunque, Noi Moderati conserva il quorum e Vito Pitaro, il vibonese da quasi 12.000 preferenze, si prepara a entrare a Palazzo Campanella.