La serie sul criminal profiling dell’FBI, sospesa nel 2019 nonostante il successo di pubblico e critica, potrebbe tornare sotto forma di una trilogia. Holt McCallany rivela: «Ci stanno lavorando, ma dipende tutto da David Fincher»
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Holden Ford e Bill Tench ci hanno lasciato in sospeso, lasciando fuori dalla porta il mistero di Dennis Rader, il famigerato BTK Killer. A causa dei costi elevati (sic!), Netflix decise - sul più bello - di sospendere nel 2019 “Mindhunter” una delle più belle serie crime mai state prodotte. Sospendere, però, non cancellare (le parole sono importanti alla luce dei nuovi sviluppi).
Dietro le due uniche stagioni andate in onda – accolte con entusiasmo da pubblico e critica – c’è la mano di David Fincher: non una presenza invisibile, ma un’impronta di stile concreta e riconoscibile, “chirurgica”, come lui stesso la definì, nella regia di alcuni episodi chiave.
La serie si ispira alla vera nascita dell’unità investigativa destinata a rivoluzionare il mondo delle indagini: il Criminal Profiling dell’FBI. Per comprendere e catturare i criminali, John Douglas, pioniere dei profiler, è diventato l’esploratore delle stanze più oscure della mente umana. È lui il vero “Mindhunter”, il cacciatore di menti, che ha ispirato cinema, letteratura e televisione. Fincher, il regista che con “Seven” ha riscritto alcuni canoni della Settima blood&crime, rimase affascinato dal progetto di trasformare in serie l’esperienza dell’ex agente.
La storia – scritta da John E. Douglas e Mark Olshaker – ruota intorno a Holden Ford, agente frustrato dell’FBI, che trova spalla in Bill Tench, un detective con una lunga esperienza alle spalle. I due insieme alla professoressa Wendy Carr, negli anni ‘70 cominciano a studiare i comportamenti dei cosiddetti killer seriali e i loro schemi ricorrenti, rituali. Armati di registratori a nastro e microfoni, i due agenti cominciano così un viaggio nelle carceri di massima sicurezza per parlare con gli assassini più crudeli e sanguinari della storia americana.
Ogni colloquio con quegli uomini dall’anima di mezzanotte, è materiale prezioso da catalogare e studiare. Sapere cosa pensano questi criminali – per loro - è la chiave per risolvere altri casi. Ma questo tour non è certo un viaggio di piacere, raffrontarsi con il male distillato, con uomini che hanno provato piacere a torturare e mutilare vittime innocenti, spesso giovani donne, lascia degli strascichi psicologici non indifferenti, in grado di far vacillare anche le menti più solide.
Edmund Kemper, noto come Il Co-Ed Killer”, è interpretato da Cameron Britton e regala una performance tanto credibile da raggelare il sangue (e che gli valse una candidatura agli Emmy). Jerry Brudos, Richard Speck, David Berkowitz (Il figlio di Sam), Charles Manson e Wayne Williams sono gli altri uomini neri che sfilano davanti ai due agenti confessando i loro crimini e le loro perversioni.
Fincher confeziona una serie perfetta, equilibrata, tecnicamente goduriosa, che tuttavia resta monca e tale sembrava destinata a rimanere fino a ieri, quando i siti americani hanno rilanciato la notizia che gli sceneggiatori sarebbero al lavoro per tirare fuori uno script nuovo di zecca e regalare al pubblico tre film al progetto “Mindhunter”.
«Ho incontrato David Fincher nel suo ufficio qualche mese fa e mi ha detto che c’è la possibilità che si torni a parlare di tre film di due ore, ma credo che sia solo una possibilità», ha rivelato Holt McCallany che interpreta Tench ad Awards Daily. «So che ci sono sceneggiatori che ci stanno lavorando, ma sai, David deve essere soddisfatto delle sceneggiature».
Uno spiraglio di luce non casuale e non certo sfuggito di bocca, che prepara il terreno per una storia che merita almeno una degna conclusione.