Emergenza pandemia

Sanitari no vax, all’ospedale di Catanzaro dopo le diffide diversi ci ripensano: si vaccineranno

La restante parte su disposizione del management sarà temporaneamente allontanata dai reparti, in attesa di valutare le motivazioni alla base del rifiuto (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Luana  Costa
4 agosto 2021
07:40

Le prime lettere di diffida, gli improvvisi ripensamenti e il numero di operatori "no vax" che cala significativamente. È in estrema sintesi quel che è accaduto nelle ultime ore tra le corsie dell'azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro, dove nei giorni scorsi i vertici aziendali avevano fatto pervenire ad una trentina di sanitari la richiesta di contro-deduzioni sul diniego opposto a sottoporsi al vaccino anti covid. 

Vaccino obbligatorio

Una richiesta di spiegazioni che si pone semplicemente nel solco di quanto disposto dal decreto legge 44/2021 che nei fatti rende obbligatoria l'immunizzazione per i dipendenti del servizio sanitario. I primi a rompere gli indugi erano stati l'azienda sanitaria provinciale di Catanzaro - con la sospensione di un medico veterinario e di una infermiera del centro trasfusionale - e l'azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria. Ma a stretto giro sono arrivate anche le lettere di diffida vergate dall'azienda ospedaliera di Catanzaro all'indirizzo dei propri dipendenti refrattari all'immunizzazione.


Ripensamenti

Una situazione che aveva iniziato peraltro a generare allarme nelle corsie ospedaliere proprio perchè tra chi aveva rifiutato il vaccino vi erano anche operatori in servizio in reparti a stretto contatto con il pubblico. Ma nelle ore immediatamente successive alla notifica delle diffide il numero di operatori è sensibilmente sceso: almeno una decina coloro che hanno optato per l'appuntamento vaccinale per evitare di incorrere nella sospensione del servizio.

Trasferimenti d'ufficio

La restante parte - circa venti dipendenti su 1.700 complessivi - su disposizione del management aziendale saranno temporaneamente allontanati dai reparti a maggior rischio di contatto con utenti e pazienti, in attesa di ricevere esaurienti spiegazioni sul rifiuto del vaccino. Solo successivamente si valuterà e infine deciderà sul loro destino; la legge prevede la sospensione dal servizio fino al 31 dicembre o fin quando non si acconsentirà a sottoporsi all'immunizzazione.

Giornalista
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