Vaccini Covid, Galli: «Chi ha fatto AstraZeneca non corre rischi, già protetti con prima dose»

Il direttore della clinica di malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano sulla sospensione delle somministrazioni del siero contro il coronavirus: «A prescindere ogni giorno in Italia abbiamo 166 fenomeni di trombosi»

di Redazione
16 marzo 2021
12:27
Massimo Galli (foto Ansa)
Massimo Galli (foto Ansa)

«Nel momento in cui dobbiamo vaccinare tutti il più veloce possibile, questi stop fanno molto male e questo è un dato di fatto» e «questo ritardo nelle vaccinazioni probabilmente farà dei morti. Ritarderemo nel mettere in situazione protetta una serie di persone». Così, in merito alla sospensione del vaccino AstraZeneca decisa dall'Aifa, Massimo Galli, direttore della clinica di malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, che è intervenuto durante la trasmissione Agorà, su Rai 3.

«Il messaggio è che vaccinare è l'unico modo per uscire dal tunnel e bisogna riuscire a farlo. Noi siamo stati vittima di un effetto domino perché sarebbe stato duro non intervenire dal momento in cui stavano intervenendo altre agenzie regolatorie europee». Tuttavia, ricorda Galli, «ogni giorno in Italia abbiamo 166 fenomeni di tromboembolismo, a prescindere dal vaccino. «Mi sembra di rivivere il 2014, con il caso Fluad, quando fu ritirato un lotto di vaccino anti-influenzale e il risultato fu che i decessi si rivelarono indipendenti dal vaccino, ma questo - ha concluso - portò al minimo storico di vaccinati, con più morti per le conseguenze dell'influenza».


«Chi ha fatto il vaccino Astrazeneca stia tranquillo, non corre un reale rischio di avere problemi o patologie particolari», ma non potrà fare il richiamo con altri vaccini: «È assolutamente sconsigliato, si rischia un pasticcio». 

«Astrazeneca nasce per la singola somministrazione e i dati a 90 giorni dalla singola somministrazione pubblicati su Lancet mostrano una buona efficacia, quindi queste persone saranno verosimilmente protette anche senza fare la seconda». Quanto alla situazione epidemiologica, ha proseguito Galli, «nei prossimi 7-15 giorni vedremo bussare alla porta degli ospedali i casi di infezioni già avvenute. Abbiamo ricominciato ad aprire i reparti Covid dove prima c'erano altri pazienti, e questo è un aspetto molto grave» perché ha effetti sulla capacità di curare altri malati.

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