Sanità Calabria

Milioni per medici e infermieri fermi in Regione, le trattative con i sindacati rimandate al 2024

Le risorse stanziate dal Governo per incentivare i sanitari e fermare la fuga dal pubblico dovranno essere contrattate con le organizzazioni dei lavoratori, ma l'incontro è previsto solo nel nuovo anno

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di Luana  Costa
29 dicembre 2023
18:56

Niente incentivi, niente indennità. Anche il 2023 si chiuderà per medici e infermieri calabresi con un nulla di fatto sul fronte economico, ancora stipendi base per i sanitari che pur tra mille sacrifici continuano a prestare servizio nei reparti più caldi nonostante la linea del Governo sia mutata da tempo.

Gli incentivi

Prima con la legge di Bilancio 2021, poi con il decreto Bollette sono state infatti assegnate risorse aggiuntive alle Regioni per incentivare medici e infermieri, in particolare chi opera nelle aree di emergenza urgenza, adeguando gli stipendi tramite la corresponsione di indennità con l’obiettivo di ridurre l’emorragia di camici bianchi in fuga dal pubblico verso il privato.


In fase di stallo

Indennità di pronto soccorso e prestazioni aggiuntive ben retribuite in tutta Italia per invogliare i sanitari a restare nelle corsie ospedaliere ma non in Calabria, dove le trattative sindacali propedeutiche all’assegnazione delle risorse sono ancora in fase di stallo. Dopo innumerevoli sollecitazioni il dipartimento Salute della Regione Calabria ha deciso di convocare le organizzazioni, la lettera trasmessa alla fine di dicembre per un incontro che si farà nell’anno nuovo.

L'anno nuovo

Il 9 gennaio e da remoto. All’ordine del giorno una generica programmazione delle relazioni sindacali e poi varie ed eventuali. Ma i sindacalisti scalpitano dal momento che la carne al fuoco non manca. E quasi certamente l’argomento del confronto si concentrerà sulle risorse stanziate dal Governo ma non ancora assegnate dalla Regione alle aziende sanitarie e ospedaliere per i medici e gli infermieri che lavorano nei pronto soccorso.

In cassaforte 

Oltre un milione di euro per la Calabria ma ancora in cassaforte previsti nella legge di Bilancio 2021 e poi altri 2 milioni di euro (2.198.269) inseriti nel decreto Bollette (dl 34/2023) «per affrontare la carenza di personale medico e infermieristico e ridurre l’utilizzo delle esternalizzazioni».

Decreto Bollette

Così recita la norma che andrà a scadenza - salvo ulteriori proroghe - a fine anno e che prevedeva un aumento fino a 100 euro all’ora per le prestazioni aggiuntive eseguite dai medici e 50 euro per gli infermieri impegnati nei servizi di emergenza urgenza ospedalieri. Le risorse aggiuntive finanziate con apposite rimesse statali, 50 milioni per il personale medico e 20 milioni per il personale infermieristico.

In ordine sparso

Alla Calabria sono stati assegnati, appunto, oltre due milioni di euro da suddividere tra gli enti del servizio sanitario ma solo dopo un confronto sindacale. Se ne riparlerà, quindi, il prossimo anno per uniformare le procedure mentre per il momento le aziende calabresi si regolano in autonomia.

Tariffa base

C’è infatti chi remunera da tempo le prestazioni aggiuntive ai medici a 100 euro l’ora sulla scorta della  legge regionale - mai impugnata dal Governo ma fortemente  censurata dal Mef - che nei fatti non ha poi trovato applicazione impiegando risorse aziendali in attesa che la Regione si decida a distribuire quelle assegnate con il decreto Bollette, chi è più prudente e continua a remunerare le prestazioni a tariffa base, quella stabilita dal contratto collettivo nazionale.

Giornalista
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