Mentre fuori dal palazzo furoreggia la campagna elettorale che si consuma principalmente sul suolo della sanità, al terzo piano della Cittadella vanno avanti le trattative con Roma per preparare il terreno della fuoriuscita dal regime di commissariamento. La richiesta formale ai ministeri era già stata trasmessa mesi fa, quando il ritorno alle urne non era neppure in mente dei.

La trattativa sul piano di rientro

Ed è da allora che si susseguono incontri ed interlocuzioni con i ministeri che vigilano sulla sanità calabrese ai fini della redazione di un nuovo piano di rientro. Una prima versione del programma operativo è da mesi al vaglio dei tecnici del Mef e del ministero della Salute, i quali hanno avanzato richieste di chiarimenti e osservazioni sul piano economico e su quello più prettamente sanitario. Ad esempio, dettagli sull’impiego di risorse stanziate dal Governo o correzioni di incrementi percentuali richiesti dalla Ragioneria generale dello Stato.

Giorni decisivi?

A fine agosto il nuovo piano di rientro, così corretto ed emendato, era pronto per essere trasmesso nella capitale, le modifiche sono giunte ai tecnici ministeriali ad inizio mese in attesa di nuove determinazioni. E secondo fonti della Cittadella, già nella prossima settimana potrebbero giungere novità decisive dal fronte romano.

Vacatio al vertice

Si inquadrerebbe in un simile contesto la mancata nomina da parte del Governo di un commissario ad acta, in sostituzione del dimissionario presidente della Regione. L’ex governatore a metà agosto ha infatti rimesso anche il mandato da plenipotenziario della sanità per evitare di incorrere in una condizione di ineleggibilità in caso di rielezione alla guida della Calabria.

Stallo in Cittadella

Da oltre un mese si protrae infatti la vacatio ai vertici della struttura commissariale, vulnus che può essere sanato solo attraverso un intervento diretto del Governo. I due sub commissari non possono surrogarne le funzioni e nessun dca può dunque essere licenziato al terzo piano della Cittadella.

Il precedente storico

Una circostanza simile si è avuta in Calabria nel 2014, a seguito delle dimissioni dell’ex presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, che all’epoca ricopriva anche l’incarico di commissario ad acta. Il Governo si risolse infine nominando Luciano Pezzi, già sub commissario nell’era Scopelliti. Nomina che si rivelerebbe però superflua qualora l’istruttoria dovesse andare a buon fine in tempi brevi.

Il piano di rientro

Chiaramente a beneficio del prossimo inquilino della Cittadella. La sanità tornerebbe solo parzialmente nelle mani della Regione, seppur epurata dalla presenza in pianta stabile di una struttura commissariale di nomina governativa, longa manus dei ministeri. Ma ancora nella morsa del piano di rientro.