Nella sola provincia di Catanzaro, almeno 25 le unità richieste dal coordinamento territoriale da destinare alle postazioni e alla centrale operativa. Le equipe di soccorritori ridotte all’osso
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L’estate non è ancora alle porte che nella variegata galassia dell’emergenza-urgenza ci si pone già in modalità di preallerta. «Sarà dura» – confessa qualcuno aggiornando il numero di operatori nel frattempo venuti meno nelle postazioni territoriali. Chi ha trovato un più comodo rifugio riposizionandosi nelle postazioni di continuità assistenziale, chi semplicemente è andato, o andrà a breve, in pensione; il conteggio resta sempre a saldo negativo.
A saldo negativo
Un medico in meno nella postazione di Catanzaro, un altro via da quella di Sellia Marina, a Taverna un camice bianco prossimo al pensionamento, idem a Soveria Mannelli; personale che con tutta evidenza non verrà rimpiazzato mentre le formazioni di soccorritori chiamate ad intervenire nei casi di emergenza si assottigliano anno dopo anno. «È un campanello d’allarme per il sistema del 118» aggiunge, ma che risuona ormai da tempo.
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Quest’anno, ad aggravare un contesto già caratterizzato da enormi difficoltà nel reclutamento di camici bianchi, si aggiunge anche la penuria di infermieri. Le ambulanze, in molti casi già prive di medico a bordo, potrebbero restare a corto di ulteriori professionisti: gli infermieri, unici rimasti in quella che una volta soleva definirsi equipe.
Si assottigliano le truppe
Ad esempio, nella provincia di Catanzaro mancano all’appello circa 25 infermieri sia nelle postazioni territoriali – con ambulanze che resterebbero dotate del solo autista e, quindi, impossibilitate per molti turni ad intervenire in emergenza – sia nella centrale operativa – che a Catanzaro gestisce l’intera area sud della Calabria. Non l’unico “inconveniente”, in piena estate (il 15 di agosto) scadranno i contratti di molti altri infermieri reclutati a tempo determinato attraverso il bando esperito a suo tempo dall’Asp di Cosenza.
L’ultima défaillance
Altro personale destinato a venir meno, nel quadro di una riforma che stenta ancora a decollare. L’ultima défaillance il mese scorso con la revoca in autotutela di parte dell’iter amministrativo per l’affidamento delle postazioni territoriali alle associazioni di volontariato. Alla fine l’Asp di Cosenza è dovuta tornare sui suoi passi annullando manifestazione d’interesse e aggiudicazione provvisoria sotto la pressione degli enti del terzo settore che si sono rivolti al Tar.
L’architettura
L’architettura territoriale inizialmente pensata – più di un anno fa – prevedeva infatti «l’attivazione delle articolazioni territoriali di base di supporto al sistema 118 (MSB) affidate al terzo settore e denominate Victor». L’intenzione era quella di attivarne 62 su tutto il territorio calabrese in modalità h24, per sopperire alle attuali carenze. Entro fine anno la gestione del dipartimento dovrebbe “tornare” nelle mani di Azienda Zero.