Il gol che apre la partita, la fascia al braccio e una leadership che va ben oltre il tabellino. Dopo la quinta vittoria consecutiva del Catanzaro, Pietro Iemmello si presenta ai microfoni con la lucidità di chi conosce il peso dei momenti positivi e il valore della memoria. Il successo contro il Cesena certifica il grande momento delle Aquile, ma il capitano invita tutto l’ambiente a restare compatto e concentrato, senza voli pindarici.

«È stata una giornata bellissima – esordisce Iemmello – perché abbiamo battuto una squadra veramente forte». Il capitano non nasconde le difficoltà incontrate: «Il Cesena ci ha messo in difficoltà, ma siamo stati giusti, bravi, quelli di questo ultimo periodo. Questa vittoria ci dà tanto: ci permette di agganciarli e di restare in una zona di classifica importante, lontani dalle parti basse».

Poi il discorso si allarga, toccando uno dei temi più delicati: l’equilibrio. «Fino a due mesi fa sembrava fossimo in pericolo. Si parlava di esoneri e di problemi. Bisogna avere equilibrio». Quando parla di “asticella”, Iemmello chiarisce: «Non significa puntare alla Serie A a tutti i costi, ma non porsi limiti nel migliorarsi quotidianamente». L’obiettivo della società resta chiaro: «Mantenere la categoria è fondamentale, veniamo da vent’anni di Serie C e da stagioni difficili. Questo non va dimenticato».

Il capitano guarda avanti, ma con prudenza. «Dobbiamo essere bravi come l’anno scorso: prima raggiungere matematicamente la salvezza. Questo campionato ti risucchia se abbassi l’attenzione». E lancia un monito allo spogliatoio: «Mancano 19 partite e devono essere tutte giocate con serietà. Chi vuole crescere, chi sogna la Serie A, chi è giovane, deve migliorare mentalità e continuità».

Non manca un riferimento all’ambiente. «Mi piacerebbe che dopo una sconfitta o un pareggio non partissero critiche eccessive. Ricordiamoci sempre da dove veniamo: anni in cui non si sapeva nemmeno se il giorno dopo ci fosse una società». Per Iemmello, il bene del Catanzaro viene prima di tutto.

Il rapporto con il pubblico è viscerale. «Oggi lo stadio si sentiva, soprattutto nei momenti di difficoltà. La curva? Io lì ci andavo 25 anni fa. Per me è come se non fossi diverso da loro». Emozione pura, amplificata dal ricordo di Massimo Caprano e dal sostegno costante degli ultras. «In trasferta siamo tantissimi: a Bari, a Modena. Anche nei momenti duri ci sono sempre stati».

Infine, gli obiettivi personali passano in secondo piano. «Preferisco che segnino in tanti. Ho fatto diversi assist ed è un bene: vuol dire che il gruppo è coinvolto». Iemmello si racconta senza filtri: «Ho già raggiunto tanto. Oggi mi piace aiutare i compagni, soprattutto i più giovani. Sono un Iemmello un po’ diverso».