Il patron giallorosso, intervenuto a 11 in campo, ha parlato anche del sogno chiamato Serie A: «Bisogna andare di pari passo con la struttura aziendale. Le cose vanno fatte a tempo debito»
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Due pareggi nelle prime due uscite di campionato per il Catanzaro, anche se molto diversi tra loro. Se all'esordio in campionato ci si aspettava di più nel match casalingo contro il Sudtirol, nella prima trasferta stagionale i giallorossi si portano a casa un buon punto dal campo del quotato Spezia. Insomma, un Catanzaro che ha cambiato sicuramente pelle rispetto allo scorso anno e con una rosa rinnovata dal mercato estivo e dagli ultimi colpi last minute, di conseguenza serve anche tempo alle Aquile per consolidarsi e a mister Alberto Aquilani per trovare la giusta quadra.
Di tutto questo, tra mercato e campionato, ne ha discusso il presidente dei giallorossi Floriano Noto, ospite alla seconda puntata di 11 in Campo, format di LaC TV e condotto da Maurizio Insardà, in onda ogni lunedì (ore 21.30) sul canale 11 del Digitale Terrestre.
Le parole di Floriano Noto
Il patron giallorosso parte innanzitutto da questo avvio di campionato: «Nel complesso sono soddisfatto perché abbiamo affrontato due squadre solide fin dall'inizio, perché sia Sudtirol che Spezia sono delle squadre molto fisiche e strutturate, noi invece abbiamo giocatori più tecnici e meno strutturati». A proposito di giocatori, ecco il punto sui nuovi arrivi da parte di Noto: «In queste ultime settimane abbiamo preso giocatori di grande qualità e che hanno fatto alzare di molto l'asticella della rosa. Sono arrivati infatti Buglio, Pandolfi, Di Francesco, Liberali, Di Chiara e tanti altri. Siamo andati un po' oltre le spese aspettate ma siamo certi di aver costruito una rosa molto competitiva».
Gestione economica
Un Catanzaro costruito bene ma con una spesa un filino oltre le attese, ma proprio su questo punto lo stesso Noto esprime il suo pensiero: «Le categorie di Serie B e Serie C sono molto difficili e bisogna stare attenti non solo ai bilanci, ma anche a mantenersi in queste categorie dal momento che basta poco per trovarsi dalle stelle alle stalle. Il calcio purtroppo è un'azienda atipica, dove gli equilibri tra le compenti devono essere mantenuti, succede anche che ci sono degli squilibri e il presidente deve cercare di riequilibrare. Io penso che quando la domenica ci si siede in tribuna è solo il 10%».
Un calcio sempre meno sostenibile, e anche in questo Noto sembra avere le idee chiare: «Più si va avanti e più i calciatori vogliono garanzie sulle strutture sportive. Penso sia fondamentale per una società capitalizzare e formare un centro sportivo che è il fiore all'occhiello e può aumentare il valore di quella stessa società». E ancora: «La soluzione migliore per ridurre i costi è quella di far giocare sempre più giovani, inoltre su venti società, più della metà sono in mano a stranieri e questo deve far riflettere». Infine un battuta sul sogno Serie A: «Bisogna andare di pari passo con la struttura aziendale. Le cose vanno fatte a tempo debito».