L’inchiesta

Depurazione: nel Cosentino sotto la lente della Dda finiscono gli impianti di Belvedere, Fuscaldo e Falconara Albanese

Secondo i magistrati di Catanzaro, gli indagati non avrebbero rispettato il capitolato speciale stipulato con i rispettivi Comuni. L'operazione ha portato questa mattina a 18 misure cautelari

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di Antonio Alizzi
4 marzo 2024
17:30

Sono tre i Comuni della provincia di Cosenza riportati nell'ordinanza cautelare firmata dal gip Mario Santoiemma, nell'ambito della nuova inchiesta sulla depurazione in Calabria che ha travolto, almeno nella fase cautelare, una serie di dirigenti in servizio nella pubblica amministrazione e imprenditori operanti nel settore. I depuratori oggetto di attenzioni investigative sono quelli di Belvedere Marittimo, Fuscaldo e Falconara Albanese.

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Il caso di Belvedere Marittimo 

Nel primo caso, gli indagati (Mario Minieri, in qualità di gestore della Minieri King Elettonica), Paola Di Stio, Pasqualino Calabrese, Vincenzo Papalia e Raffaele Rosignuolo, tutti in qualità di responsabili del settore tecnico del comune di Belvedere Marittimo), avrebbero commesso una frode nell'esecuzione del contratto di "Affidamento del servizio di gestione, manutenzione, controllo e custodia dell'impianto di depurazione e stazioni di sollevamento rete fognante e idrica", che era stato stipulato il 18 luglio 2018, a Belvedere Marittimo.

Secondo i magistrati distrettuali di Catanzaro, il contratto prevedeva degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria in carico alla società affidataria. Minieri, tuttavia, non avrebbe adempiuto «alle prescrizioni contrattuali», chiedendo e facendosi liquidare dal comune «prestazioni che risultavano a carico della società da lui rappresentata». Cinque sono le determine menzionate nel capo d'accusa, mentre le somme indebitamente ottenute, secondo i pubblici ministeri, sono complessivamente 29.430. I fatti contestati sarebbero stati commessi tra il 2 aprile 2021 e l'11 novembre 2022.

Collegate a queste presunte condotte delittuose ci sono anche i riferimenti a Vincenzo Papalia e Tommaso Agretto, che, in qualità di dipendenti, «pur obbligati nelle rispettive qualità, a gestire l'impianto di depurazione e le pompe di sollevamento del comune di Belvedere Marittimo», rispetto al capitolato speciale di appalto stipulato il 18 luglio 2018, non avrebbero ottemperato alla corretta stagione dell'impianto di depurazione, «omettendo l'effettuazione di interventi manutentivi ordinari e straordinari, il tutto servente il buon processo di convogliamento dei reflui e la successiva depurazione». I due dipendenti, a dire della procura distrettuale di Catanzaro, avrebbero cagionato «in diverse circostanze la fuoriuscita e sversamento di elevata quantità di reflui urbani, precludendo così la salvaguardia delle matrici ambientali quale suolo, sottosuolo e falde acquifere».


Nel mirino anche Fuscaldo e Falconara Albanese

La figura di Mario Minieri la troviamo anche nel capitolo investigativo dedicato al Comune di Fuscaldo. Stessa presunta dinamica criminale, secondo la quale il titolare della società sequestrata dal gip, avrebbe chiesto il pagamento delle spettanze nel tentativo di far apparire «in maniera fraudolenta», dette erogazioni come rispondenti al contratto di appalto. Ciò non sarebbe avvenuto, scrivono i magistrati, «per la risposta del tecnico comunale che rammentava il dettato del capitolato speciale».

La manutenzione ordinaria non sarebbe stata eseguita neanche a Falconara Albanese, in particolare nei giorni 9 luglio 2021, 3 agosto 2021, 9 e 16 agosto 2021. Anche in questo caso, Mario Minieri finisce sotto la lente d'ingrandimento dei pm insieme a Giuseppe Minieri e Giuseppe Valentino, il secondo in qualità di gestore della "Srl Minieri King Elettrica", e il terzo in qualità di dipendente. I tre inquisiti, ognuno con le proprie responsabilità, non avrebbero portato avanti la corretta gestione dell'impianto, non intervenendo nella cura e nella manutenzione delle pompe di sollevamento e del rotostaccio.

Riguardo a Falconara Albanese, i pubblici ministeri di Catanzaro si sono concentrati sull'impianto di depurazione e delle stazioni di sollevamento della rete fognaria nel periodo 2019-2021. Nel successivo capo d'imputazione emerge anche la posizione di Rosario Sessa, uno dei responsabili del settore tecnico di Falconara Albanese. Qui spuntano fuori documenti, determinazioni tecniche e fatture liquidate per oltre 60mila euro. Secondo la Dda di Catanzaro, Mario Minieri, Giuseppe Minieri e Giuseppe Valentino, non avrebbero segnalato le problematiche relative alla cattiva gestione dell'impianto di depurazione, «facendosi liquidare i corrispettivi per il servizio». Si ricorda che vale per tutti gli indagati la presunzione d'innocenza.

 

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