«La presenza di una vasta discarica abusiva nella zona protetta del fiume Trionto, da tempo denunciata da Legambiente, rappresenta l’ennesimo atto di violenza ambientale perpetrato ai danni di un territorio già fragile e prezioso». È quanto si legge in una nota di Legambiente Calabria. 

«L’area, riconosciuta come Zona di Protezione Speciale (ZPS) e parte integrante della Rete Natura 2000, è stata deturpata da un accumulo illecito di rifiuti pericolosi e non, con gravi rischi per l’ecosistema fluviale, la falda e la salute pubblica. Legambiente Calabria – prosegue la nota –, con i suoi circoli territoriali di Corigliano Rossano e Scala Coeli, esprime il proprio plauso all'azione di forze dell'ordine e magistratura per il sequestro della discarica e la più ferma condanna per questo scempio ambientale. È inaccettabile che in un’area vincolata, tutelata per legge e di straordinaria importanza naturalistica, si possa ancora oggi registrare una tale violazione delle norme ambientali, frutto dell’inerzia, della complicità o della colpevole disattenzione».

«Tanto più grave e sconcertante appare quanto accaduto – dichiara ancora Legambiente – se si considera che proprio nel territorio del Comune di Calopezzati è giunta, nei giorni scorsi, una bellissima notizia: la segnalazione di nidi di Fratino (Charadrius alexandrinus), specie simbolo della biodiversità costiera, in forte regressione e protetta a livello europeo. Una conferma del valore ecologico dell’area che stride violentemente con l’inciviltà di chi continua a trattare queste zone come discariche a cielo aperto. Legambiente chiede con forza l’attivazione urgente di un intervento di bonifica ambientale e ripristino ecologico dell’area compromessa; il potenziamento dei controlli su tutto il territorio ionico, con particolare attenzione ai siti Natura 2000; l’attivazione di strumenti permanenti di partecipazione e vigilanza civica, in sinergia tra istituzioni, forze dell’ordine e associazioni ambientaliste».

«Secondo l’ultimo rapporto Ecomafia 2024 di Legambiente, in Calabria sono stati accertati 2.912 reati ambientali in un solo anno, con un aumento del 31,4 % rispetto all’anno precedente – si legge ancora –. Nel ciclo illegale dei rifiuti la Calabria è terza segnando un'inquietante crescita in un anno del 140,7 % con un’incidenza preoccupante lungo la fascia costiera ionica. Non è più tollerabile che aree di pregio naturalistico, come il Trionto, vengano trattate come terre di nessuno. Legambiente è impegnata sul territorio, proprio in questi giorni, in azioni concrete di tutela, educazione e cittadinanza attiva tra le quali “Voler Bene all’Italia” 2025, la campagna per i piccoli comuni e le buone pratiche, che ha coinvolto anche territori calabresi in difesa dei beni comuni e del paesaggio; “Calabria al centro del Mediterraneo”, progetto di formazione ambientale e partecipazione giovanile, con attività nelle scuole; “Nontiscordardimé” Operazione scuole pulite, che ha mobilitato centinaia di studenti per la rigenerazione di spazi scolastici e urbani degradati; le azioni locali per la Citizen Science e il monitoraggio civico, già attive sul tratto costiero del Crati e pronte ad estendersi anche all’area del Trionto. La legalità ambientale è un presidio di democrazia».

«Difendere i fiumi, le coste, le aree protette significa difendere la salute, la bellezza, l’identità dei nostri territori – conclude Legambiente –. Mai più silenzi. Mai più discariche nella natura. È tempo di reagire».