Si è conclusa mercoledì 3 dicembre l’iniziativa organizzata da Legambiente Calabria e dal Circolo Legambiente Ricadi all’interno della Green Station di Santa Domenica di Ricadi (VV) nel corso del quale sono stati focalizzati i dati calabresi sulle illegalità nel ciclo dei rifiuti e ricordata la figura del capitano di fregata, Natale De Grazia, di cui ricorre quest’anno il trentesimo anniversario della morte, alla cui memoria è dedicata l’edizione 2025 del Rapporto Ecomafia di Legambiente.

L’incontro, moderato da Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio nazionale Ambiente e Legalità di Legambiente ed introdotto da Anna Parretta, presidente Legambiente Calabria, si è svolto con gli appassionati interventi di Franco Saragò, presidente del circolo Legambiente Ricadi; Antonino Morabito, dell’Ufficio Nazionale Ambiente e Legalità di Legambiente; Andrea Carnì, dell’Università degli Studi di Milano, il colonnello Giovanni Misceo, Comandante del Comando regionale Carabinieri Forestale Calabria e Sicilia, Sebastiano Venneri, Responsabile Territorio di Legambiente Nazionale; Silvio Greco, biologo marino, ex Assessore all’Ambiente della Regione Calabria e Camillo Falvo, procuratore Capo della Repubblica di Vibo Valentia. Presenti in sala numerosi rappresentanti delle forze dell’Ordine e delle istituzioni e una numerosa cittadinanza. Hanno portato il loro saluto, il comandante della Capitaneria di porto-Guardia costiera di Vibo Valentia, Guido Avallone, il maggiore Matteo Raggio, della Stazione navale della Guardia di Finanza di Vibo Valentia e Nicola Coturi, dirigente scolastico dell’Istituto superiore di Tropea.

Ricadi ha costituito la prima tappa della carovana della giustizia e della memoria, in omaggio al Capitano Natale De Grazia, morto tra il 12 e il 13 dicembre del 1995 mentre indagava sugli affondamenti sospetti nel Mediterraneo di navi con il loro carico di rifiuti, che proseguirà nelle tappe di Massa Carrara, Policoro e La Spezia per poi concludersi il 12 e 13 dicembre a Reggio Calabria. Un’iniziativa che ha avuto l’obiettivo di ricordare, ma anche di gettare luce, attraverso la voce di alcuni dei protagonisti, su un periodo buio della storia italiana nel quale cominciavano i traffici di rifiuti anche tossici tra Nord e Sud e, in Calabria la ‘‘ndrangheta iniziava ad accumulare immense fortune inquinando i nostri territori anche grazie all’impunità assicurata dall’assenza di adeguate sanzioni.

Soltanto con l’approvazione della legge n. 68 del 19 maggio 2015 sono stati inseriti nel Codice penale i delitti contro l’ambiente. Anche grazie a questa riforma di civiltà, l’attività di contrasto è cresciuta, come dimostrano i dati del Rapporto Ecomafia 2025, superando a livello nazionale il muro dei 40mila illeciti penali.

Calabria al vertice dei reati ambientali

La Calabria rimane, purtroppo, al vertice delle classifiche dell’illegalità, registrando un preoccupante aumento in quasi tutte le filiere illegali. La regione resta stabile al quarto posto nella classifica complessiva dei reati ambientali (7,9% del totale nazionale), dopo Campania, Puglia e Sicilia, con 3. 215, reati, cresciuti in tre anni, dal 2022 al 2024 di circa il 45%. Particolarmente preoccupante, tra le filiere illegali è il ciclo illegale dei rifiuti, nella cui classifica la Calabria sale dal terzo al secondo posto, con ben 1.137 reati, segnando un incremento record sempre nel triennio 2022-2023-2024 del 230%.

Ai fenomeni criminali nella gestione dei rifiuti è stata dedicata l’ampia riflessione che ha accompagnato il ricordo delle inchieste costate la vita al capitano De Grazia, avviate dalla Procura presso la Pretura di Reggio Calabria dopo la denuncia presentata nel 1994 da Enrico Fontana e Nuccio Barillà, all’epoca referente regionale di Legambiente, sull’incrocio di traffici illeciti di rifiuti radioattivi via terra e via mare verso zone non controllate in Calabria. Si sviluppò allora un’inchiesta sul traffico di rifiuti tossici e radioattivi e sulle navi affondate nel Mar Mediterraneo, anche al largo delle coste calabresi. Un fenomeno purtroppo diffuso: in un documento del 2001, della Direzione investigativa antimafia, si parla della scomparsa tra il 1995 al 2000 nei mari del mondo di ben 637 navi, di cui 52 nel Mediterraneo. Legambiente, comparando varie fonti, ha contato dal 1979 al 2001 almeno 88 navi che giacciono nei fondali del Mare Nostrum.

L’inchiesta aveva nel capitano di fregata Natale De Grazia un punto di riferimento essenziale. La sua morte, avvenuta mentre era in missione di lavoro verso La Spezia, è stata attribuita nel 2013 a una probabile “causa tossica”, come ha accertato una perizia disposta dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sull’illegalità nel ciclo dei rifiuti e rimane ancora oggi avvolta nel mistero, insieme ai tanti interrogativi senza risposta sull’oggetto delle sue indagini.

«Con la carovana per la verità e la giustizia partita da Ricadi – afferma Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio nazionale Ambiente e Legalità – avanziamo come Legambiente tre proposte precise: la ricostruzione e l’analisi dell’ampia documentazione esistente sulle navi affondate nel Mediterraneo e sulle connessioni con i traffici illegali di rifiuti pericolosi e radioattivi, desecretando ciò che non è realmente funzionale alla sicurezza dello Stato, da parte dell’attuale Commissione d’inchiesta sull’illegalità nel ciclo dei rifiuti e gli altri illeciti ambientali e agroalimentari; la definizione di un programma di ricerca sui relitti affondati al largo delle coste del nostro Paese dal parte del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, in collaborazione con l’Ispra, utilizzando le migliori tecnologie oggi disponibili; l’impegno della Commissione europea, in collaborazione con l’Unep, per estendere la ricerca a tutto il bacino del Mediterraneo».

«Alla figura importantissima di Natale De Grazia, Legambiente è legata con tutta la forza dei propri valori associativi di tutela dell’ambiente, della salute, degli ecosistemi marini e di difesa della legalità - dichiara Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria -. Al capitano Natale De Grazia, al suo voler aggiustare le cose storte, quelle insopportabili, che non piacciono a nessuno di noi, la Calabria deve moltissimo. Dalla storia e dalla memoria dobbiamo trarre preziosi insegnamenti: serve un cambiamento che coinvolge tutti, per realizzare un’economia sana e circolare, avere una regione libera dai rifiuti e liberarci dalle illegalità e dalle logiche criminali. Chiediamo alla Regione Calabria ed al presidente Roberto Occhiuto di agire con determinazione effettuando, oltre alla mappatura delle discariche abusive, anche l'imprescindibile passaggio di procedere alla caratterizzazione delle centinaia di discariche comunali esistenti in Calabria, ai fini della bonifica, proseguendo il percorso avviato nel 2009, interrotto e mai inesplicabilmente ripreso».

«Soddisfazione per l’esito dell’incontro che dà il via ad una serie di altri appuntamenti in memoria di Natale De Grazia è stata espressa da Franco Saragò, presidente del Circolo Legambiente Ricadi. Abbiamo voluto riaccendere i riflettori, senza fare allarmismi, sia sulla ricerca di verità per le navi dei veleni sia sulle tante discariche comunali mai bonificate. Vi è la necessità di comprendere inmodo inequivocabile se le tante navi, di cui si è molto parlato nel recente passato, siano indenni o meno da fenomeni di malaffare o siano pericolosi fonti di inquinamento. Al contempo – conclude Saragò - è necessario procedere con la messa in sicurezza e bonifica delle oltre 400 discariche comunali, in molti casi non custodite e accessibili a tutti. In ultimo chiediamo l’aggiornamento delle mappe catastali demaniali, con riferimento alle aree marine, oggetto di rapida e continua trasformazione a causa dell’erosione costiera, per limitare il fenomeno del cosiddetto abuso edilizio “legalizzato».