Continua il nostro viaggio sul rapporto (spesso difficile) tra i giovani e la politica. Oggi ospitiamo l’intervento di Francesco Palermo, dottore in Finanza. 

Nell’Europa segnata dall’invecchiamento della popolazione, dalla transizione energetica, dall’innovazione digitale e dalla necessità di infrastrutture moderne e di lavoro stabile, la Calabria si prepara a un appuntamento decisivo: le prossime elezioni regionali. Sono sfide globali, ma che nel Mezzogiorno assumono un peso ancora più gravoso, trasformandosi spesso in emergenze quotidiane.

In questo scenario, la nostra regione si trova davanti a un bivio: continuare a muoversi entro logiche del passato, o aprirsi finalmente al protagonismo di una nuova generazione. L’era che viviamo è quella dei nativi digitali, cresciuti dentro le tecnologie, l’intelligenza artificiale, i linguaggi globali dell’innovazione. Sono loro i più pronti a leggere il futuro e a immaginare modelli di sviluppo sostenibili e competitivi. Eppure, in politica, restano spesso ai margini, mentre i vecchi schemi continuano a ripetersi.

Un vero rilancio della Calabria passa invece da qui: da una classe dirigente giovane, competente, capace di rompere inerzie consolidate. Non serve inserire figure nuove come “quote” o ornamenti, ma costruire su di loro la regola del cambiamento. Visione, pragmatismo e idealismo: è questa la combinazione di cui la regione ha bisogno.

Affidarsi ai giovani significa scommettere sul futuro, superare le rendite di posizione e ridare slancio a una terra che non può più permettersi di perdere i propri figli migliori. La Calabria deve scegliere se restare immobile o voltare pagina: l’occasione è oggi.

Occorre, quindi, un salto di qualità nelle istituzioni e aprire spazi reali di responsabilità, non solo formali, a chi porta energie nuove e linguaggi diversi. Non si tratta di una guerra generazionale, ma di costruire un’alleanza che valorizzi l’esperienza, senza soffocare l’innovazione. I giovani devono essere messi nelle condizioni di incidere davvero sui processi decisionali, non come spettatori, ma come protagonisti di un progetto condiviso.

*Dottore in Finanza