A Corigliano Rossano l’evento per i vent'anni di studio professionale della pedagogista. L’appello unanime degli esperti e delle forze dell’orinde
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«Di fronte al rapido abbassamento dell’età tanto delle vittime che dei carnefici, nei tanti casi di femminicidio che la cronaca ci restituisce quasi ormai quotidianamente, non è azzardato sostenere che i bambini di oggi potrebbero essere i potenziali criminali di domani. Siamo più in generale di fronte ad una vera e propria emergenza pedagogica, che è senza precedenti per le sue conseguenze, che richiede attenzione ed il supporto di tutti e della quale il fenomeno per quanto mediaticamente più coinvolgente della violenza di genere resta soltanto la punta di un iceberg molto più diversificato e complesso che tocca tante dinamiche apparentemente innocue della vita quotidiana di ciascuno, a casa e fuori casa».
È, questa, l’analisi complessiva, il messaggio inequivocabile ma soprattutto l’allarme reale ribadito dalla pedagogista Teresa Pia Renzo, protagonista del talkshow di qualità promosso in occasione dei due speciali anniversari della professionista di Corigliano-Rossano: vent'anni di studio professionale nella pedagogia e dieci anni dedicati, attraverso il Polo Infanzia Magnolia, in particolare alla formazione per la prima infanzia. L’evento è stato ospitato nei giorni scorsi dal Teatro Paolella, nel Centro Storico di Rossano.
Al confronto dal titolo emblematico “ Violenze a casa, a scuola, di genere. governare l'emergenza pedagogica. con i bambini per rieducare i genitori”, coordinati e sollecitati dal comunicatore strategico Lenin Montesanto e dalla giornalista Francesca Lagoteta, insieme alla pedagogista Renzo, le cui analisi e valutazioni hanno fatto da stimolo e cornice permanenti al dibattito sviluppatosi per circa due ore, hanno contribuito con argomentazioni e posizioni forti e condivise anche il Tenente Colonnello Gianluca Marco Filippi, Comandante del Reparto Territoriale Carabinieri di Corigliano-Rossano; la giornalista professionista, autrice e conduttrice Rai Vittoriana Abate e l'avvocato, docente universitario di Diritto dell'Informazione e giornalista Cataldo Calabretta.
Co-autori di Sulla pelle e nel cuore – quei bravi ragazzi che uccidono (graus edizioni) Calabretta e Abate, ospiti d’eccezione del ventennale di Teresa Pia Renzo, ribadendo la chiave di lettura proposta dalla pedagogista calabrese, si sono soffermati in particolare sui segnali che è possibile e doveroso saper cogliere, sia dalle relazioni malate e tossiche che sfociano il più delle volte in violenza, sia – è stato largamente condiviso – ancora molto prima, nelle relazioni e reazioni tra i banchi di scuola e d’asilo.
Renzo: «Non c’è più rispetto. genitori tuttologi e maleducati»
Teresa Pia Renzo, la Signora della pedagogia calabrese – come l’ha definita più volte la Lagoteta sollecitandola a motivare l’interessante casistica alla base delle sue conclusioni e del suo allarme – ha esordito ed insistito molto sul concetto di rispetto, ammettendo e sottolineando come nella sua ventennale esperienza professionale abbia registrato, purtroppo, un vero e proprio declino educativo e culturale.
«Non c’è più rispetto – ha detto – per i genitori che, distratti dal lavoro o da altro sono delegittimati dai propri figli. Allo stesso tempo, i genitori sono diventati tuttologi, pediatri, avvocati, meteorologi, formatori in tutte le materie e sempre pronti a difendere ed a minimizzare i cattivi comportamenti dei figli; sbagliando, perché così facendo non fanno altro che privarli dell’autonomia, della curiosità e di una propria identità. Il cuore del problema – ha ripetuto la Renzo, sottolineando che la questione dei femminicidi è solo una parte dell’emergenza – resta quindi la maleducazione dei genitori, dalla quale ripartire senza se e senza ma».
Abate: «Saper governare la frustrazione del rifiuto»
Sulla stessa linea, riprendendo ed approfondendo gli stessi argomenti, si è espressa anche la giornalista, autrice e conduttrice Rai, Abate per la quale i ragazzi di oggi sono annoiati, analfabeti emotivi; incapaci di fronteggiare la frustrazione del rifiuto. È ciò che accomuna i casi che hanno visto ad esempio vittime Martina Carbonaro, Giulia Cecchettin, Fabiana Luzzi: giovani ragazze morte per mano di chi diceva di amarle. «Il rispetto – ha aggiunto – è il valore, oggi perso, da recuperare».
Calabretta: «Giovani di oggi meno avvezzi a competenza»
D’accordo con la chiave di lettura e con le declinazioni dell’allarme lanciato dalla Renzo anche l'avvocato, docente universitario di Diritto dell'Informazione e giornalista Cataldo Calabretta, per il quale i genitori – ha detto – «devono esercitare al meglio la responsabilità genitoriale. Se c’è un mostro da combattere è la noia, motore immobile che porta alla morte. I giovani di oggi non sono avvezzi alla competenza, ma sono più legati alla al mondo virtuale, mancano specificità. Per questo serve un utilizzo equilibrato dei social. E per questo serve ripartire dai genitori, come anello forse più debole della catena pedagogica».
Filippi: «Non solo repressione, anche prevenzione»
Aprendo una parentesi sui fatti registrati sul territorio nelle ultime settimane, il Tenente Colonnello Gianluca Marco Filippi, Comandante del Reparto Territoriale Carabinieri di Corigliano-Rossano ha ribadito la presenza forte dello Stato e la rete tra tutte le forze dell’ordine messasi subito in moto per arrivare a delle prime risposte e reazioni a garanzia della sicurezza e della serenità pubbliche. «Oltre ogni possibile azione di repressione – ha aggiunto, complimentandosi con la direttrice Renzo per aver promosso un confronto a più voci, di così alto livello e su un tema così trasversale e di stringente attualità – iniziative di consapevolezza come queste possono offrire a ciascuno di noi strumenti necessari per fare anzi tutto prevenzione, ciascuno nel proprio campo e nella propria funzione. Filippi ha quindi colto l’occasione per ribadire l’importanza, preziosissima per tutte le forze dell’ordine, che i cittadini segnalino e denuncino episodi di violenza e reati che si consumano spesso tra le mura di casa».
Montesanto: «Rieducare i genitori»
«Studiare, trovare ed applicare antidoti, vaccini ed antivirus alla noia – ha detto il comunicatore strategico e lobbista Lenin Montesanto – è di fatto quello che continua a fare, in pratica ed in modo pionieristico ed esemplare, tutta la squadra di educatrici guidata e motivata da Teresa Pia Renzo. Ed esse lo fanno con metodo e continuità – ha proseguito – attraverso un ventaglio davvero originale di tante e diverse proposte didattiche, che si svolgono all’interno ed all’esterno della scuola; attività che offrono stimoli e interessi diversi e soprattutto distanti dall’assuefazione, dall’omologazione e dall’alienazione alle quali i più piccoli oggi vengono purtroppo condizionati da stili di vita sociale indotti da maleducazione quotidiana diffusa di cui sono spesso attori protagonisti genitori e paradossalmente anche nonni; da analfabetismo funzionale fuori controllo e anche e soprattutto da velenose abitudini alimentari di padri e madri che, condivido e rilancio l’appello della Renzo, andrebbero molto probabilmente rieducati a svolgere questa delicatissima missione prima che funzione. Ecco perché – ha concluso Montesanto, unendosi ai complimenti unanimi alla direttrice Renzo per questo traguardo storico così come per l’impegno pedagogico qualificante e di fatto fuori dal coro portato avanti a testa alta – investire seriamente sui bambini resta oggi una delle uscite di sicurezza per tentare di governare una emergenza educativa epocale che mina alle fondamenta ogni credibilità, autorevolezza e capacità delle classi dirigenti locali e nazionali, ogni sostenibilità e tenuta democratica di tutte le istituzioni e la stessa minore o maggiore competitività economica della società e del Paese».