Una goccia che si stacca lentamente da una stalattite di ghiaccio, catturata nel preciso istante in cui la luce si riflette e il cielo terso della Sila fa da sfondo. È questo lo spettacolare scatto con cui il calabrese Pietro Garro, 66 anni, si è aggiudicato il secondo posto al premio nazionale organizzato dalle Acli di Caserta e giunto alla sua 15ª edizione.

“Rigenerazione per eccellenza, il ciclo di trasformazione dell’acqua”, rappresenta in modo poetico e scientificamente impeccabile il ciclo naturale dell’acqua — dal vapore alla nube, dall’acqua alla neve, al ghiaccio e di nuovo all’acqua — simbolo di vita e rinnovamento. Lo scatto è stato realizzato nel Parco nazionale della Sila, un ambiente che Garro conosce e ama profondamente.

Dopo oltre quarant’anni di lavoro in Enel Distribuzione, Garro ha scelto di dedicarsi completamente alla fotografia, una passione coltivata per anni e oggi diventata un nuovo modo di raccontare la natura. Si è trasferito in contrada Barracchella di Aprigliano, sulle rive del lago Arvo, dove trova quotidianamente ispirazione nei paesaggi silani: boschi, fiumi, laghi e giochi di luce che rendono la Sila una delle aree più suggestive del Mezzogiorno.

Nella categoria “Appassionati d’arte – ContesteCo 2025”, Garro si è classificato secondo, preceduto da Gianluca Barreca con l’opera “Mi rifiuto” e seguito da Jacopo Spolverini con “BéSt •Frién (Best Friend)”.

La sua fotografia, oltre alla qualità tecnica, ha colpito la giuria per il messaggio ecologico e universale: la rigenerazione dell’acqua come metafora del lavoro umano, della costanza e della capacità di trasformarsi, rinnovandosi senza mai perdere la propria essenza.

Pietro Garro nel recente passato ha ottenuto altri prestigiosi premi con scatti che hanno colpito gli esperti e il pubblico.

Un riconoscimento importante, dunque, per un autore che ha scelto di fare della Sila la sua casa e la sua musa, e che con il suo obiettivo racconta la bellezza, la fragilità e la forza della natura calabrese.