Il presidente Busia rilancia l’allarme sulla mega opera: importo raddoppiato, progetto esecutivo assente e rischio di violazioni delle regole Ue
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«Rispetto al Ponte sullo Stretto si ripropone un tema che avevamo già sollevato nel 2023, e riguarda i vincoli europei». Lo ha detto il presidente dell'Anac Giuseppe Busia in audizione alle commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera in merito al dl Infrastrutture. «La direttiva Ue a cui il decreto richiama, prevede che non ci si discosti in termini di costi a più del 50% del valore messo ordinariamente in gara. Si sceglie con l'articolo 1 di fornire una indicazione univoca sul valore a cui fare riferimento, che è quello dell'aggiornamento def del 2012 - aggiunge - Il problema è interpretativo: da un lato il valore messo a base di gara era quasi la metà di quello preso a riferimento oggi, e si chiede al legislatore di intervenire individuando come valore quello successivo individuato anni dopo. Si pone un problema rilevante» secondo Busia, perché nonostante ci sarà «copertura di tipo normativo», ciononostante «residua che il legislatore nazionale non può derogare alla disposizione dell'art. 72 e allora il suggerimento collaborativo è prevedere che ci sia come garanzia una formale interlocuzione con le istituzioni comunitarie».
«Questo si aggiunge a un altro problema implicito e sotteso - ha detto poi - che è quello dell'assenza del progetto esecutivo per una scelta di un precedente decreto su cui avevamo fatto osservazioni. Il progetto sarà approvato per fasi successive e questa incertezza si riflette sui costi: per questo sarebbe auspicabile si arrivasse nel frattempo al progetto esecutivo per dare al governo e al parlamento una visione chiara di quali sono almeno i costi iniziali, perché poi sappiamo che dopo ci possono essere delle varianti e la storia insegna che spesso aumentano i costi. Ma non essendo stata fatta la gara e quindi essendo al limite della soglia di tolleranza, anche nell'interpretazione più benevola questo sarebbe molto importante».
«Una opera di queste dimensioni, anche finanziarie, richiede un innalzamento delle verifiche - ha detto poi - Il governo aveva intenzione di intervenire con un altro decreto a seguito di alcune osservazioni, rafforzando le verifiche antimafia. Questo decreto può essere l'occasione per prevedere da un lato l'uso di tutti gli elementi di digitalizzazione dei cantieri, così da verificare tutte le imprese, anche quelle in subappalto dove si verificano più volte le infiltrazioni antimafia, e garantire la sicurezza dei lavoratori, un aumento credo condiviso da tutti inserito nel decreto, abbassando le soglie estendendole anche alle imprese che hanno affidamenti sotto i 150 mila euro».