Il presidente degli Stati Uniti rilancia il suo ruolo da protagonista sul dossier iraniano, ma le frizioni con l’Ue restano forti. La premier italiana cerca un difficile equilibrio
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DEN HAAG - Among others, Italian Prime Minister Giorgia Meloni. U.S. President Donald Trump and Dutch King Willem-Alexander preceded a dinner with heads of state and government at Paleis Huis Ten Bosch. The dinner marks the start of the NATO summit in The Hague. ANP POOL REMKO DE WAAL netherlands out - belgium out(Photo by Remko de Waal/ANP/Sipa USA)
Il sole era ancora alto sull’Huis ten Bosch, la residenza reale dell’Aja, quando ha preso il via la cena ufficiale dei leader Nato. Il ritorno di Donald Trump nel Vecchio Continente – fatta eccezione per la sua presenza ai funerali di Papa Francesco – rappresenta la sua prima vera incursione internazionale da quando è tornato protagonista della politica americana. E il suo arrivo nei Paesi Bassi ha subito acceso le tensioni, in particolare nei rapporti con Emmanuel Macron, ai minimi storici dopo le scintille dell’ultimo G7.
Trump e il Medio Oriente sul tavolo
A parziale distensione del clima ha contribuito la mediazione americana nel conflitto tra Israele e Iran. Mentre l’Air Force One toccava terra, da Teheran giungeva l’annuncio della fine della “guerra dei 12 giorni”. Un successo diplomatico che Trump non mancherà di sbandierare ai partner europei, benché difficilmente basterà a colmare le distanze con molti leader Ue. «Il suo post con il messaggio di Rutte ci ha lasciati interdetti…», ha ammesso una fonte diplomatica europea, rivelando che il tema dei rapporti transatlantici sarà centrale anche nel vertice dei 27 previsto subito dopo quello Nato.
Macron vs Trump: tregua o nuova frattura?
Il confronto tra Macron e Trump ha dominato la scena. Dopo il gelo del G7, preceduto dal blitz francese in Groenlandia e seguito dalle critiche all’attacco americano contro Teheran, il presidente francese ha annunciato un contatto diretto con Trump, lasciando intendere una possibile tregua diplomatica. Ma l’impressione è che si tratti solo di una pausa tattica. Anche perché le divergenze tra Washington e Bruxelles restano profonde, a partire dal tema dei dazi.
La mina dazi e l’assenza di von der Leyen
Sul fronte commerciale, il rischio di una nuova guerra doganale resta alto. Secondo fonti vicine al dossier, entro il 9 luglio – data di scadenza della sospensione dei dazi imposti da Trump – le chance di un’intesa piena sono minime. Nessun incontro è stato previsto tra Trump e Ursula von der Leyen, e le posizioni restano distanti: il presidente americano chiede almeno il 10% di dazi sui prodotti europei, mentre la Commissione spinge per un’intesa ampia basata sul libero scambio. Intanto, cresce la pressione su Bruxelles da parte di governi come quello francese e spagnolo, restii a fare concessioni agli Usa.
Meloni tra due fuochi
In questo scenario si inserisce Giorgia Meloni, arrivata all’Aja con un’agenda ancora in via di definizione. La premier italiana ha mostrato sintonia politica con Trump, lanciando una critica alla difesa comune europea. Ma al tempo stesso deve tenere conto delle priorità strategiche dell’Unione. A cena, i due leader – seduti uno accanto all’altro – hanno avuto un lungo confronto centrato soprattutto sul Medio Oriente. Ma nonostante la vicinanza politica, gli interessi potrebbero presto divergere. Anche perché, come evidenziato da un recente sondaggio dell’European Council on Foreign Relations, tra gli elettori europei cresce il malcontento verso un possibile ritorno trumpiano alla Casa Bianca.