«Esamineremo con cura il provvedimento provvisorio del Tribunale di Catanzaro e ci prepareremo per l’udienza prevista per la sua discussione in programma il 13 ottobre» recita la posizione ufficiale della società dei Vrenna dopo il terremoto lanciato con la notizia che il Crotone calcio sarebbe andato in amministrazione giudiziaria.


L’intervento tempestivo della società va ad inquadrare la comunicazione della Questura di Crotone che, questa mattina, ha dato notizia che il Tribunale di Catanzaro ha disposto l'amministrazione giudiziaria per dodici mesi ai sensi dell’art. 34 del Codice Antimafia nei confronti della società Fc Crotone s.r.l., su proposta congiunta del procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo, del procuratore distrettuale della Repubblica di Catanzaro ed, appunto, del questore di Crotone. Un provvedimento finalizzato a «sostenere» la società nella «rimozione delle situazioni di fatto e di diritto» che «hanno determinato» l’intervento preventivo «consentendo il recupero dell’attività economica in un’ottica di legalità», tutto in relazione al procedimento penale Glicine-Acheronte (sempre da specificazione della comunicazione dell’atto della Questura) che avrebbe correlato l’attività economica della Fc Crotone srl, compresa quella di carattere imprenditoriale, a condizioni di intimidazione e assoggettamento ad opera di esponenti di locali di cosche di ‘ndrangheta.


«Registriamo che non si tratta affatto di un provvedimento punitivo», ha proseguito l’avvocato Francesco Verri che ha assicurato che «l’Fc Crotone collaborerà attivamente con gli amministratori giudiziari nominati dal Tribunale per proseguire le proprie attività nell’interesse della società, dei tifosi e in generale dello sport».

E per comprendere in che quadro arrivano anche 17 misure preventive di daspo "fuori contesto" (anche se non è assolutamente dato di sapere verso chi sono stati emessi) è importante anche rammentare che a monte del provvedimento di oggi, sovrasta, come precisato dalla stessa Questura, l’operazione Glicine-Acheronte, con cui la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro ha portato in tribunale ben 101 imputati, con i primi 24 giudicati in primo grado con rito abbreviato (con 15 assoluzioni e 9 condanne).


Rammentando oltretutto che l’operazione vorrebbe rivelare un sistema clientelare profondamente radicato nel tessuto politico-imprenditoriale calabrese e strettamente collegato alla cosca dei “Papaniciari”, egemone nel Crotonese. Non è un caso che da via Pastificio si precisi anche che i fatti si sarebbero svolti negli anni passati, considerata la più volte criticata circostanza che 5 anni di indagini di Glicine (partite oltre tutto nel 2018) vogliono circostanziare intrecci pericolosi che andrebbero a ricostruire rapporti di potere della cosca Megna e le sue infiltrazioni, andando negli affari e nella politica locale dentro un vero e proprio comitato d’affari tra imprenditori e politici, volto a ottenere esclusivamente vantaggi personali, dove il condizionamento della pubblica amministrazione era funzionale al controllo di appalti, incarichi e nomine, con una rete di complicità che coinvolgeva anche personaggi di primo piano della politica calabrese.


E se le indagini hanno documentato come il gruppo criminale riuscisse a manipolare il sistema delle gare d’appalto, influenzando direttamente le decisioni amministrative, gli inquirenti hanno raccolto intercettazioni, testimonianze e documenti che proverebbero il radicamento della cosca all’interno di tutti i settori principali oltre che nelle istituzioni; con funzionari pubblici disposti a favorire il sistema mafioso in cambio di appoggi elettorali o benefici economici. Un clan pronto a coordinare un articolato sistema criminale che spaziava dagli appalti pubblici fino alla gestione della festa mariana di Crotone ed appunto la società dei Vrenna che sarebbe stata sottoposta, nel corso almeno dell’ultimo decennio, direttamente o quantomeno indirettamente, ad interessi diretti della cosca dei “Papaniciari”, guidata dallo storico boss Mico Megna.

Quanto questo provvedimento pesi o possa pesare all’interno degli appelli che la Dda ha presentato avverso le assoluzioni nel primo grado dell’abbreviato o nel procedimento ordinario che si sta consumando al Tribunale di Crotone, probabilmente, lo si potrà comprendere già nelle prossime settimane e, forse, nell’udienza citata dall’avvocato Francesco Verri.