«Il nostro vuole essere un appello rivolto a tutti i candidati alle prossime elezioni regionali, affinché non trascurino la possibilità di dare valore alla loro azione politica, quando rivolta ad elevare un agire di aiuto e sostegno nei confronti di tutti i portatori di fragilità. Restituire autenticità alla politica, renderla viva, protagonista di provvedimenti non di privilegio ma di responsabilità verso gli ultimi, gli esclusi, legittimando un modello di sensibilità e attenzioni alle sofferenze, anche quando si è chiamati ad accettare verità scomode». Lo scrive Romolo Piscioneri, presidente Anteas Calabria aggiungendo: «Non bisogna essere straordinari, per compiere scelte di valore, bastano buone intuizioni, integrità e buon senso, per non spegnere la speranza tra quanti sono costretti a vivere le insidie della precarietà, del disagio delle disabilità, povertà, malattia, abbandono e fragilità giovanili, oltre a tutte quelle fragilità ignorate e magari nascoste».

Il referente regionale aggiunge: «Non siamo ad invocare salvezze esterne, ma impegno per liberare idee di aiuto, in cammino verso tutte quelle sacche di povertà sociale, culturale, non più compatibili in una società evoluta e orientata verso cambiamenti epocali. Cambiamenti, che in Calabria rischiano di travolgere quelle fragili identità e catena dei valori che caratterizzano l’impegno del volontariato e mondo del terzo settore, con quella concreta base culturale propria, di servizio verso gli ultimi, nel solco dell’uguaglianza e giustizia sociale. Le nostre sollecitazioni – fa presente - non sono di circostanza, poiché finalizzate a migliorare le sensibilità culturali, l’azione di completamento normativo, nonché il necessario sostegno finanziario proprio per migliorare il contesto dei servizi alle attività di volontariato, rafforzando quella rete indispensabile di partecipazione e sussidiarietà, come valore imprescindibile per il benessere delle persone fragili e delle nostre comunità».

Per Piscioneri, «la politica deve lavorare su un programma studiato per affrontare tutte quelle emergenze legate al complicato mondo delle fragilità, orientando una progettualità, che insieme agli enti del terzo settore, scenda sul terreno della concretezza, dell’aiuto vero e con le giuste risorse, per dare sostegno a chi il disagio lo vive ogni giorno. Un supporto essenziale verso gli altri, verso la sofferenza altrui, rinnovando le sensibilità e le emozioni sul significato del tendere una mano al fragile, aiutandolo a superare quel malessere emotivo che lentamente distrugge autostima e dignità. La politica – scrive - si avvalora quando riesce a scendere a fianco e prendere a cuore quel fare semplice che porti di nuovo il sorriso o un risorgere di un uomo o una donna provate fisicamente, emotivamente, forse costretti a una emarginazione per mancanza di mezzi finanziari».

E ancora: «In questa nuova fase, nuovo richiamo alle urne, alla politica serve un patto, un impegno pubblico verso il variegato mondo delle fragilità, per infondere speranza, ottimismo, sollievo tra chi soffre e si porta dietro il peso dell’essere diversamente abile, escluso, non adeguatamente considerato. Ecco perché la politica e le istituzioni sono chiamate a riconsiderare il giusto grado di attenzione e di aiuto pensato e adeguato al giusto grado di difficoltà, secondo lettura delle esigenze, senza che diventi pietismo, ma capace di generare azioni di supporto e disponibilità di aiuto concreto e pertinente dinnanzi al proprio prossimo o comunità in difficoltà. Un mettersi in movimento nelle periferie, tra i poveri, i giovani con disagio, l’anziano, il disabile. Periferia verso cui muoversi – conclude - periferia per comprendere la realtà del molteplice disagio crescente e reagire in maniera efficace e innovativa».