Traffico di droga e armi, gli affari della 'ndrangheta in Costa Azzurra : 14 arresti

VIDEO | Al centro dell’inchiesta la rete di Carmelo Sgrò considerato uomo dei Gallico in Liguria. I dettagli dell'indagine avviata dal Ros di Genova con il supporto della Gendarmerie francese

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di Alessia Candito
15 settembre 2020
13:34

Arriva fino alla Costa Azzura la rete del clan Gallico e dei Magnoli, avatar dei Piromalli-Molè che da tempo hanno trasferito residenza e affari in Francia. Principale business, il traffico di droga. Cocaina, ovviamente, ma anche hashish in arrivo dalla Spagna e marijuana. E poi armi, anche da guerra, che triangolavano fra Italia, Francia e l’area fra Belgio ed Olanda. Lo ha svelato un’indagine sviluppata dal Ros di Genova, poi completata in sinergia con la Gendarmerie francese che questa mattina ha fatto scattare le manette ai due lati del confine. 

Gli arresti

In Italia, quattordici persone sono state arrestate dagli uomini del Ros, su richiesta della procura di Genova e per ordine del gip, con l’accusa di detenzione e traffico di armi e sostanze stupefacenti, fabbricazione e possesso di documenti d’identità falsi e procurata inosservanza di pena aggravate dalla modalità mafiosa per aver agevolato la latitanza di un affiliato alla ‘ndrangheta, mentre sotto sequestro sono finiti beni per 300mila euro. Secondo le prime indiscrezioni, si tratta della rete in cui si muoveva Carmelo Sgrò, uomo dei Gallico in Liguria, da sempre in cordiali rapporti con i Magnoli, costola dei Piromalli-Molè oltreconfine. Nelle stesse ore, in Francia la Gendarmerie ha fermato 32 soggetti, per lo più di origine calabrese, accusati di banda armata, associazione finalizzata all’importazione ed esportazione di stupefacenti e armi, riciclaggio e rapina.


Il narco-imprenditore 

Al centro dell’inchiesta, la rete di Carmelo Sgrò, ufficialmente imprenditore edile, in realtà vecchia conoscenza per investigatori e giudici, già in passato coinvolto e condannato a 5 anni e 4 mesi nell’ambito dell’inchiesta 'Trait d’Union', che ha svelato non solo un gigantesco traffico di droga, ma anche gli appetiti e gli affari della famiglia Magnoli di Rosarno (Reggio Calabria) stabilmente radicata a Vallauris, nel sud della Francia. Nomi che sembrano tornare anche in questa nuova inchiesta, sviluppata sui due lati del confine dalla Squadra Investigativa Comune (S.I.C.) composta da agenti del Ros e della Gendarmerie, costituita con il coordinamento di Eurojust e con l’ausilio del Magistrato di collegamento francese, dalla Dda di Genova e dal JIRS di Marsiglia. 

Affari e traffici ai due lati del confine

Tutto è partito dagli approfondimenti sulla rete di contatti di Sgrò, arrestato nel maggio scorso nell’ambito di un’altra operazione antidroga, che lo ha identificato come grossista di una rete di spaccio attiva su Imperia. In particolare, al centro della nuova inchiesta ci sono i rapporti fra l’uomo dei Gallico e un narcotrafficante francese, anche lui a capo di una rete attiva fra Liguria e Costa Azzurra, con propaggini in Belgio e in Olanda. Fra i due gli affari erano ottimi e floridi, più e più volte gli investigatori hanno documentato passaggi di droga e di armi, riuscendo anche a individuare il gruppo di narcos albanesi cui più volte si sono rivolti per partite di droga. 

Il legame mai estinto con i Gallico e il supporto alla latitanza di Morgante

Ma anche con la Calabria Sgrò manteneva rapporti saldi. Sarebbe stato lui infatti ad occuparsi di supportare la latitanza di Filippo Morgante, elemento di vertice dei Gallico, cui ha fornito una nuova identità con tanto di documenti a comprovarla, case sicure in Francia e denaro. Dal canto loro, i Gallico non avrebbero esitato ad intervenire quando il loro uomo in Liguria si è rivolto a loro per recuperare in Francia una partita di 11 kg di cocaina sottrattagli dagli indagati francesi e approvvigionati da un gruppo di albanesi.

Raffinerie e immobili di lusso sotto sequestro

Del resto, quello della droga era un business redditizio – dunque da tutelare -  per tutti i clan calabresi coinvolti. Oltralpe sono stati individuati e sequestrati magazzini e “raffinerie” di droga, così come beni, immobili di lusso e attività commerciali acquistate per riciclare i proventi del narcotraffico. 

Le misure cautelari

– Simone Calvini, 46 anni, nato e residente a Sanremo
– Axel Carbone, nato a Nizza, 24 anni, residente a Sanremo
– Luca Colombi, 43 anni, nato e residente a Sanremo
– Andrea De Iaco, 49 anni, nato a Sanremo residente a Cipressa
– Giuseppe Di Giorno, 50 anni, nato e residente a Sanremo
– Giuseppe Lo Iacono, 38 anni, nato a Sanremo e residente a Taggia
– Mirko Lo Iacono, 33 anni, nato a Sanremo 33 e residente a Imperia
– Samuel Scurti, 34 anni, nato e residente a Sanremo
– Carmelo Sgrò, 38 anni, nato a Oppido Mamertina (RC) e residente a Sanremo
– Raffaele Vitale, 50 anni, di Sanremo
– Domenico Magnoli, 39 anni, nato a Cannes e residente a Valbonne (FR)
– Walter Gambeggi, 32 anni, Cuneo
– Jacopo Vargiu, 25 anni, nato a Ciriè (Torino) e residente a Boissano (Savona)
– Armand Kercuku, 33 anni, nato in Albania, residente a Parma
– Viegas Dos Santos Patrick Anthony alias Jekas Patrick Anthony, 32 anni, nato a Parigi residente a Cannes
– Elisa Quentin Remy, 32 anni, nata a Angers (Francia) e residente a Chole

Giornalista
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